Siria, 200 morti negli attentati a Sweida

A Sweida si è consumato un attentato suicida tra i più sanguinosi mai avvenuti in Siria. L’attacco è stato immediatamente rivendicato dall’Isis. Il bilancio, ancora provvisorio, è drammatico: 216 i morti e 150 i feriti. I numeri sono stati forniti dai media governativi. I kamikaze dell’ex Stato islamico si sono fatti esplodere, in modo “scientifico”. Hanno coordinato il momento in cui hanno deciso di farsi saltare in aria. Quando a Sweida, nel sud della Siria, i mercati sono frequentati da una fiumana di gente. Altri terroristi hanno aperto il fuoco contro le forze di sicurezza governative e di autodifesa siriane.

Sono nate una serie di sparatorie proprio in mezzo ai civili. L’agenzia ufficiale Sana sostiene che “almeno due kamikaze sono stati uccisi dai militari prima che si facessero esplodere, nel tentativo di limitare il numero di vittime civili”. Per l’Ong di opposizione, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che fa base a Londra, negli attacchi ai villaggi, i terroristi avrebbero preso degli ostaggi tra i cittadini. Il governatore di Sweida, Amer al-Eshi, ha dichiarato, in ogni caso, alla tivù Ikhbariyah che “la situazione è sotto controllo”. L’agenzia Sana afferma che “per le vittime della strage è in previsto un funerale di massa, per dare un segnale di unità”.

 

Aggiornato il 27 luglio 2018 alle ore 13:47