Stati Uniti, arrestata una donna, presunta spia russa

I suoi capelli sono rossi, ha ventinove anni e viene dalla Siberia. È l’identikit di Mariia Butina, giovane donna arrestata domenica a Washington con l’accusa di essere una spia del governo russo. Per gli inquirenti, Butina avrebbe sviluppato relazioni con individui americani e si sarebbe infiltrata in organizzazioni che influenzano la politica americana, “al fine di perseguire l’interesse della Federazione Russa”. Mariia Butina è la fondatrice di “Right to Bear Arms”, un gruppo russo che si dedica al diritto al possesso e all’uso delle armi. Con questo “curriculum” la ragazza avrebbe avuto accesso alla potente lobby americana delle armi, la National rifle association. L’organizzazione attaccata da Michael Moore, nel suo celebre documentario premio Oscar “Bowling a Columbine”, sul massacro della Columbine High School, avvenuto nell’aprile 1999 a Littleton, nel Colorado.

Ma Mariia Butina non si sarebbe fermata alla Nra. Pare che sia riuscita ad inserirsi anche in una serie di organizzazioni religiose e al National prayer breakfast, un evento interconfessionale ospitato dalla Casa Bianca. L’obiettivo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato evidente: condizionare il Partito repubblicano per conto del Cremlino. Per il “New York Times”, la donna avrebbe tentato due volte nel 2016 di organizzare un incontro segreto tra Donald Trump e Vladimir Putin. Presentandosi come una attivista pro-armi, Butina avrebbe incontrato numerosi interlocutori. Il suo obiettivo era quello di stabilire dei canali confidenziali di comunicazione con Mosca. L’accusa è gravissima: cospirazione ai danni degli Stati Uniti. A condurre le indagini, la sezione dedicata alla sicurezza nazionale del Ministero della Giustizia e l’Fbi. Il procuratore speciale Robert Mueller, titolare dell’inchiesta sul Russiagate, non ha avuto alcun ruolo nella vicenda. L’Fbi ha effettuato le perquisizioni nell’appartamento della donna. Sono stati sequestrati sia il computer che lo smartphone di Maria Butina. Il suo avvocato, Robert N. Driscoll, nega ogni accusa e definisce la sua cliente non una spia ma solo una “laureata in Relazioni internazionali con il massimo dei voti presso l’American University di Washington”. Tra le persone con cui la donna ha avuto dei contatti figura Paul Erickson, membro della Nra del South Dakota, con il quale la ragazza sarebbe andata alla cerimonia di insediamento del presidente americano.

Aggiornato il 17 luglio 2018 alle ore 13:33