Usa: Pruitt cede a scandali e si dimette

Il capo dell’agenzia per la protezione ambientale negli Stati Uniti (Epa), Scott Pruitt, cede al peso degli scandali e rassegna le dimissioni.

È il presidente Donald Trump ad annunciarle, via Twitter, scrivendo di averle accettate: “All’agenzia Scott ha fatto un lavoro straordinario e gliene sarò sempre grato”, ha scritto Trump, che anche nelle scorse settimane aveva continuato a sostenere il suo collaboratore, suo fedele sostenitore. Nonostante le polemiche e diversi osservatori increduli davanti alla “resistenza” del capo dell’Epa davanti alla valanga di scandali. Tutti di fatto relativi al suo comportamento etico proprio in quanto responsabile dell’agenzia federale, che è parte dell’amministrazione Usa.

Quindi al microscopio le sue spese per viaggi, rigorosamente “first class” ma pagati con fondi pubblici. L’affitto di un appartamento a prezzo di favore da un lobbista o l’installazione di una ‘cabina per telefonò a prova di suono nel suo ufficio, per un costo di 43mila dollari. E, ancora, mese dopo mese, le accuse sono andate cumulandosi, fino anche a quella di essere intervenuto per trovare impiego alla moglie. Come un vaso di Pandora, da cui era emerso anche che Pruitt aveva a disposizione 19 agenti e una flotta di almeno 19 veicoli per la sicurezza. Eppure a lungo Trump aveva continuato a difenderlo, nonostante il suo stesso chief of staff lo avesse ad un certo punto sollecitato a licenziarlo. La polemica è andata avanti per mesi, sotto gli occhi di parte dell’opinione pubblica attonita, al punto che nei giorni scorsi una donna che si era imbattuta in Pruitt mentre questo cenava al ristorante gli si era avvicinata e lo aveva invitato alle dimissioni. La svolta oggi con il tweet di Trump, che nomina anche il vice di Pruitt quale suo successore, Andrew Wheeler.

Aggiornato il 06 luglio 2018 alle ore 10:36