Arabia Saudita, le patenti di guida per le donne

Finalmente, è arrivata la svolta. Dopo cinquant’anni di battaglie. Le donne in Arabia Saudita ce l’hanno fatta. A seguito di lotte, umiliazioni e arresti, il regime è stato costretto a concedere un diritto elementare. Il 24 giugno, infatti, si celebra l’abolizione del divieto per una donna di condurre un’automobile. La patente è un tesserino bianco, scritto per la maggior parte in arabo, che reca una foto, il nome della titolare e qualche numero. Sembra assurdo, ma per ottenerla è passato mezzo secolo. Ora le donne, incluse le quattro attiviste arrestate tre settimane fa, hanno vinto davvero. L’Arabia Saudita ha emesso oggi le prime patenti per le donne.

Tahani Aldosemani e Esraa Albuti, le due donne che, per prime hanno convertito le loro patenti internazionali in una saudita, hanno orgogliosamente mostrato i loro documenti alle telecamere del Ministero dell’Informazione saudita. L’incredibile paradosso è rappresentato dal fatto che Aziza Yousef, Eman al Nafjan e Loujain Al Hatloun, che per anni si sono battute perché questo potesse accadere, non possano fare altrettanto. Purtroppo, si trovano in carcere con l’accusa di tradimento. Un’ingiustizia assoluta che merita chiaramente una nuova battaglia.

Aggiornato il 08 giugno 2018 alle ore 12:34