Colombia: destra in testa, ma si va al ballottaggio

Alle presidenziali colombiane avanza la destra. Il candidato quarantunenne del Centro Democratico Iván Duque, il partito dell’ex presidente Álvaro Uribe, è arrivato in testa al primo turno delle elezioni. Riuscendo quasi a vincerle con il 39,11 per cento dei consensi. Ma, a questo punto, il ballottaggio è inevitabile. Si celebrerà il prossimo 17 giugno. Iván Duque dovrà vedersela con Gustavo Petro, ex sindaco di Bogotà e dirigente della sinistra, arrivato secondo con il 25,01 dei voti. Al terzo posto, Sergio Fajardo, ex sindaco di Meddelin candidato da una coalizione di centrosinistra-ambientalista, al 23,7 per cento dei voti. Sembra incredibile, ma queste consultazioni sono le prime, da venticinque anni a questa parte, in cui la Colombia ha tenuto delle elezioni senza conflitti. Indubbiamente, si tratta di un merito oggettivo dell’attuale presidente della Repubblica Juan Manuel Santos. Il quale, negli ultimi quattro anni, ha puntato sulla concordia del popolo colombiano.

La tornata elettorale ha portato alle urne trentasei milioni di cittadini. È stata registrata anche la presenza di alcuni candidati del Farc, Fuerza autonoma revolucionaria del Común, la guerriglia armata, sciolta a seguito dell’accordo di pace del settembre di due anni fa. Come auspicato dal presidente, l’affluenza alle urne ha registrato un aumento importante. Sono circa cinque milioni in più i colombiani che sono andati a votare ieri, rispetto alle presidenziali di quattro anni fa, secondo le stime dei media locali. Il risultato parziale è determinato chiaramente dal contribuito al voto di dodici milioni di giovani, nella fascia d’età che va dai 18 ai 28 anni. Molti di loro hanno votato per la prima volta. La destra in testa è stata ampiamente prevista dai sondaggi delle ultime settimane. Anche le proiezioni, alla chiusura dei seggi, davano Duque in vantaggio su Petro. Il candidato del partito del presidente Santos, German Vargas Lleras, è stato letteralmente umiliato, riportando un misero 7 per cento.

Aggiornato il 28 maggio 2018 alle ore 17:41