Trump-Kim Jong-un, l’incontro di Singapore è ancora possibile

Vertice annullato, anzi no. Donald Trump rimette al centro del dibattito il summit di Singapore del 12 giugno con Kim Jong-un. Fissato e poi cancellato. I tempi sono molto stretti. Appena due settimane. Ma pare che la fase di distensione tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord sia, ormai, un fatto acquisito. Sono due le delegazioni in viaggio dall’America verso il continente asiatico. La prima, guidata dal vice capo dello staff della Casa Bianca Joe Hagin, è diretta verso la città-Stato asiatica. Ha un compito essenziale: curare la logistica dell’incontro. Ovviamente, al primo posto figura la sicurezza del presidente americano. La seconda, quella inviata nella zona demilitarizzata, ha un obiettivo ben più complesso: riuscire a trovare un compromesso con i rappresentanti di Pyongyang per la denuclearizzazione. Le prossime ore sono decisive per capire se il vertice si farà sul serio. “Credo davvero – ha detto Trump – che la Corea del Nord abbia un brillante potenziale”.

L’ex ambasciatore degli Stati Uniti a Seul Sung Kim, esperto di disarmo nucleare, è chiamato a verificare le garanzie sufficienti degli emissari della Corea del Nord. Un fatto è certo. Il presidente della Corea del Sud, dopo l’incontro a sorpresa, ha garantito l’impegno di Kim Jong-un per una “completa denuclearizzazione della penisola”. A questo punto, pare che il leader sudcoreano potrebbe essere uno dei protagonisti del vertice. La proposta del vertice a tre è stata ripetuta dallo stesso presidente sudcoreano nella conferenza stampa di ieri. “Se il vertice Corea Nord-Stati Uniti dovesse riuscire − ha detto Moon Jae-in − mi piacerebbe vedere gli sforzi per chiudere formalmente la Guerra di Corea attraverso un summit a tre tra Sud, Nord e Stati Uniti”.

Aggiornato il 28 maggio 2018 alle ore 19:29