Con Trump contro l’Ue franco-tedesca

È entrato in azione Mike Pompeo, neo segretario di Stato Usa. Reduce da Israele e dal premier Benjamin Netanyahu, successivamente a Riad in Arabia Saudita ha incontrato Mohammed Bin Salman con il quale ha apertamente accusato l’Iran di destabilizzare l’intera regione dando sostegno alla Siria di Assad e ai ribelli sciiti dello Yemen. Tema dell’incontro è l’accordo sul nucleare iraniano. Israele vuole l’annullamento di quello sciagurato accordo fatto da Barack Obama. Trump, tramite Pompeo, è pronto all’annullamento mentre Emmanuel Macron, Angela Merkel e Theresa May, che non hanno capito niente di quanto sta facendo per loro e per noi tutti Trump, fanno gli attendisti. Francia, Germania e Gran Bretagna post Brexit pensano che l’accordo obamiano eviti che l’Iran si doti dell’atomica, mentre così non è. Teheran è infida, ha abbindolato Obama ma non Trump; e così come stanno le cose adesso, continuerà a fare quello che gli pare e piace.

Non è con le incerte discussioni alla Macron, né con le improvvide strategie alla Merkel, e neanche con l’indefinibilità attuale di May che si metteranno punti certi e sicuri nelle testoline bacate dell’Iran fondamentalista. Trump intende portare alla migliore soluzione possibile l’infausto accordo di Obama che scadrebbe peraltro nel 2025. Cosa sta facendo secondo voi Mike Pompeo in Medio Oriente? Sta perdendo tempo? No. Sta preparando il terreno della sua strategia targata Usa.

Entro il 12 maggio prossimo Trump dovrà decidere se reintrodurre le sanzioni sul nucleare a Teheran, dando così un sano scossone all’accordo sul nucleare del 2015 perfezionato dall’Iran con i Paesi del 5+1. E farà in modo di farlo, visto che ha già definito quest’ultimo “un disastro”. Pompeo ha già chiaramente detto, in Israele così come in Arabia e prossimamente nella prossima tappa in Giordania, che “diversamente dalla precedente amministrazione (Obama, ndr) noi non trascureremo la portata del terrorismo iraniano. L’Iran è il più grande sponsor del terrorismo nel mondo e noi siamo determinati ad assicurarci che non entri mai in possesso di armi nucleari. L’accordo nelle sue forme attuali non fornisce questa assicurazione”.

L’Europa macron/merkelliana invece pensa e teme i dazi minacciati da Trump su acciaio e alluminio. La vera Europa, diversa da quella dell’asse franco-tedesco, non ha ancora capito che i dazi di Trump costituiscono l’assist statunitense all’Europa a contrasto dei forti e gravi squilibri economici tedeschi (e francesi) lucrati con surplus e colonizzazioni politiche/economiche in nostro danno e a svantaggio quindi degli altri Stati membri europei. Francia, Germania e Gran Bretagna fuori dall’Unione, hanno risposto a nome di tutti che “l’Europa prenderà tutte le misure necessarie per difendersi”. L’Italia non deve schierarsi con Francia e Germania. È (sarebbe) adesso il momento di battere un colpo verso Trump. L’Italia stia dalla parte di Trump per quanto riguarda l’Iran e approfitti della questione dei dazi per porre solide fondamenta alla nuova Europa.

Aggiornato il 30 aprile 2018 alle ore 17:23