Iraq, la denuncia di Amnesty: donne abusate nei campi profughi

“Violenza sulle donne sospettate di legami con l’Isis”. È la terribile denuncia di Amnesty International. È il risultato di 92 interviste a donne irachene, alloggiate in otto campi per sfollati tra le province di Ninive e Salahuddin, a nord di Bagdad. Le donne, ritenute complici dello Stato Islamico, sono state vittime di violenze sessuali all’interno dei campi profughi in Iraq. Secondo Amnesty, le donne e i bambini che si presume siano legati all’Isis sono stati privati anche degli aiuti umanitari. È persino stato impedito un ritorno alle loro case. Il rapporto sostiene che la situazione di migliaia di famiglie è disastrosa. Sono lasciate a difendersi da sole dopo che gli uomini sono stati uccisi, arrestati o scomparsi durante la fuga da Mosul.

Quattro donne hanno riferito ad Amnesty di aver assistito a uno stupro di gruppo. Hanno sentito urla di altre donne che venivano aggredite da uomini armati, membri dell’amministrazione del campo. “Le donne − si legge nel rapporto − sono state costrette ad avere apporti sessuali in cambio di denaro, aiuti umanitari e protezione da parte di altri uomini”. Lynn Maalouf, capo del dipartimento di ricerca per il Medio Oriente di Amnesty, denuncia che “donne e bambini con legami sospetti con l’Isis sono puniti per crimini che non hanno commesso”.

Aggiornato il 14 maggio 2018 alle ore 10:16