Il Giappone convive con il un muro anti-tsunami

I giapponesi della della regione di Tohoku convivono con un muro gigantesco di cemento. Alto dodici metri e lungo 395 chilometri, protegge i sopravvissuti allo tsunami che, l’11 marzo 2011, travolse la costa giapponese, uccidendo 15mila persone. Dopo sette anni dalla tragedia il muro rappresenta l’argine a nuovi fenomeni naturali. Inizialmente i cittadini hanno accolto positivamente l’idea della barriera, costata 12 miliardi di dollari, ma nel tempo sono iniziate le critiche.

Secondo quanto ha dichiarato il pescatore Atsushi Fujita all’agenzia Reuters, “sembra di essere in prigione, anche se non abbiamo fatto niente di male”. Sul muro nella città di Kesennuma ci sono, addirittura, anche delle piccole finestre.

Per Yuichiro Ito, che ha perso il fratello e la casa nel disastro, “sono davvero una parodia. Una presa in giro, un contentino. Tutti qui hanno vissuto guardando il mare. Da generazioni e generazioni è sempre stato così. Ora il muro ci separa, è una cosa inaccettabile”.

Eppure, secondo l’albergatore Katsuhiro Hatakeyama, “non possiamo dire che non ne abbiamo bisogno. È solo grazie a questo muro che ho potuto ricostruire il mio bed and breakfast e ora, finalmente, ho di nuovo un lavoro”.

Aggiornato il 03 maggio 2018 alle ore 17:04