Il terremoto in Papua Nuova Guinea è una catastrofe

Una tragedia che ha provocato oltre cento morti. È il terribile risultato del sisma che ha colpito una settimana fa la Papua Nuova Guinea. Un terremoto di magnitudo 7.5.

Lo riferisce la Croce rossa internazionale, che cita dati di autorità provinciali. Le scosse hanno distrutto interi villaggi e infrastrutture nelle province di Southern Highlands, Hela, Enga e Western, a circa cinquecento chilometri dalla capitale Port Moresby.

Il capo della Croce Rossa nel paese Udaya Regmi ha detto che “sono state colpite circa 143mila persone. Almeno 17mila persone o più di tremila famiglie sono sfollate internamente”.

Secondo Regmi più di “cinquecento persone sono state ferite e molte non sono state in grado di accedere all’assistenza sanitaria perché il terremoto ha danneggiato gli ospedali locali e provocato frane che hanno bloccato le principali e vitali vie di comunicazione”.

Regmi ha aggiunto che “i soccorsi sono gravemente ostacolati. Non conosciamo alcuna organizzazione che sia stata in grado di raggiungere alcune delle aree più colpite”.

La crisi è aggravata dalla necessità di disattivare il progetto di estrazione di gas liquido operato dal colosso americano ExxonMobil, che, danneggiato dal sisma, resterà fermo per un paio di mesi per le necessarie riparazioni.

La Papua Nuova Guinea sorge “sull’anello di fuoco” del Pacifico, un punto caldissimo di attività sismica. Parte della costa settentrionale del paese è stata devastata nel 1998 da uno tsunami, generato da un terremoto di magnitudo 7. Allora  rimasero uccise duemiladuecento persone.

Aggiornato il 02 maggio 2018 alle ore 14:50