La minaccia iraniana secondo Trump e Netanyahu

Donald Trump ha intenzione di tornare nuovamente in Israele. L’ipotesi più accreditata è che possa essere presente nel Paese a maggio. L’obiettivo è tutto politico. Inaugurare personalmente la nuova ambasciata americana a Gerusalemme.

È questo il contenuto dell’annuncio dalla Casa Bianca, proprio a conclusione del primo giorno di visita di Benjamin Netanyahu a Washington. Sull’agenda politica del premier israeliano è annotato un incontro con una delegazione di senatori e deputati.

Il tema della riunione è chiaro da tempo: la minaccia iraniana. Soprattutto, dopo l’abbattimento di un F-16 israeliano. Un fatto che può determinare una escalation che renda “inevitabile” la guerra diretta.

Il caccia israeliano è stato abbattuto durante una missione in Siria. Al momento, non è dato sapere se sia stato colpito da milizie iraniane o che combattono con il sostegno di Teheran. La visita di Netanyahu conferma, ancora una volta, l’intesa totale tra Israele e l’Amministrazione guidata da Donald Trump.

In realtà, il premier ha bisogno di credito internazionale. Perché in patria è al centro di una serie di scandali, peraltro ampiamente segnalati dalla stampa americana. Frattanto, anche lo stesso presidente americano, fuggendo dal tema più caldo del Russiagate, ha preferito farsi incalzare sulle misure protezioniste.

A questo proposito, l’impressione che se ne trae è abbastanza disarmante. L’obiettivo di Trump sembra proprio quello di danneggiare gli alleati storici: il Canada e l’Europa.

Aggiornato il 02 maggio 2018 alle ore 14:39