Sull’avvelenamento della spia russa l’ombra del polonio

L’ombra del polonio radioattivo a Salisbury, una cittadina nel sud dell’Inghilterra. La polizia britannica ha chiuso l’intero quartiere. Una donna e un uomo si trovano in ospedale. Versano in condizioni critiche.

La Bbc ha rivelato che l’uomo è il sessantaseienne Sergej Skripal, una ex spia russa, che ha ottenuto l’asilo politico nel Regno Unito. La donna è la figlia trentatreenne Yulia. L’ipotesi più accreditata sostiene che l’avvelenamento della coppia sia opera di un killer venuto da Mosca.

Otto anni fa Skripal era stato al centro di un controverso scambio di spie. Fu proprio uno dei quattro agenti russi liberati da Mosca e consegnati all’Occidente in cambio di dieci “informatori” americani che operavano negli Stati Uniti per conto del Cremlino.

Secondo una portavoce della polizia della città, “l’uomo e la donna non avevano alcuna lesione visibile. Ma sono stati portati in ospedale dopo l’esposizione a una sostanza sconosciuta e sono ora entrambi in condizioni critiche”.

È stata aperta un’inchiesta per determinare che cosa sia accaduto. L’operazione di decontaminazione della zona potrebbe richiedere alcuni giorni. Il caso riporta alla memoria l’avvelenamento nel 2006, causato sempre attraverso il polonio radioattivo, di un altro ex agente di Mosca, Aleksandr Litvinenko.

Aggiornato il 02 maggio 2018 alle ore 14:45