
Puigdemont rinuncia alla presidenza della Catalogna. Il presidente deposto della Generalitat, in esilio in Belgio, ha indicato come suo sostituto Jordi Sanchez, indipendentista catalano, da quattro mesi in carcere a Madrid, con l’accusa di sedizione.
“Ho informato – ha detto Puigdemont – il presidente del Parlamento catalano di non presentare, per il momento, la mia candidatura a presidente. Jordi rappresenta i valori di Junts per Catalunya. È un uomo di pace ingiustamente detenuto”.
Frattanto, attraverso una risoluzione approvata per iniziativa del gruppo dello stesso Puigdemont, JxCat, e con i voti della maggioranza assoluta indipendentista, l’Assemblea catalana denuncia “l’azione impropria del potere esecutivo e giudiziario di Madrid, la violazione dei diritti fondamentali dei catalani e della loro volontà democratica legittimamente espressa nel referendum di autodeterminazione della Catalogna del primo ottobre”.
Se i giudici spagnoli, dopo avere vietato la rielezione di Puigdemont, impediranno anche quella di Sanchez, potrebbe diventare presidente “effettivo” e formare il nuovo governo Jordi Turull, portavoce e ministro della presidenza sotto Puigdemont. In quel caso, la segretaria di Erc Marta Rovira sarebbe la vicepresidente.
Aggiornato il 23 aprile 2018 alle ore 09:47