Libia, festa amara a sette anni dalla fine di Gheddafi

L’incertezza regna sovrana in Libia. Eppure, il Paese festeggia i sette anni dalla caduta del regime di Mohammar Gheddafi. Migliaia di libici hanno celebrato oggi l’anniversario della rivoluzione che ha stroncato il dittatore nel 2011.

A Tripoli e in numerose altre città del Paese, i cittadini, indossando i colori della bandiera nazionale, rosso, verde e nero, si sono radunati nelle piazze dove sono stati organizzati una serie di concerti.

Ma sui social ci si divide. Le opinioni divergono. Non tutti condividono l’opportunità di celebrare l’evento che ha segnato la fine di una dittatura durata quarantadue anni. C’è chi sostiene un peggioramento della situazione. La Libia, sostengono in molti, è in ginocchio, impoverita e spaccata in fazioni. Teatro di violenze quotidiane.

Al momento, sono due le autorità che si contendono il potere in Libia: il governo di unità nazionale, nato nel 2005, grazie al patrocinio dell’Onu, con base a Tripoli e il gruppo capitanato dal generale Khalifa Haftar, che ha nell’est del Paese la sua roccaforte.

Il capo del governo di unità nazionale Fayez al-Sarraj, in un discorso televisivo, ha invocato “la causa della riconciliazione nazionale come unico modo per far uscire la Libia dalla crisi e superare le divisioni”. Infine, ha invitato alcuni Paesi “a mettere fine al loro intervento in Libia”, accusandoli di “soffiare sul fuoco dei conflitti del Paese”.

Aggiornato il 10 aprile 2018 alle ore 09:55