La crisi sociale e politica dell’Etiopia

L’Etiopia vive una fase di crisi sociale e politica. A sorpresa, il primo ministro Hailemariam Desalegn ha deciso ieri di dimettersi. La decisione è arrivata nel pieno delle proteste che infiammano da mesi il Paese e che hanno assunto un carattere etnico, a poco più di un mese dalla concessione di un’amnistia ai prigionieri politici che affollano le carceri etiopi.

Desalegn ha detto che si fa da parte per favorire le riforme e consentire la fine alla crisi politica in corso in Etiopia. L’ex premier ha parlato all’emittente televisiva statale Fana subito dopo le dimissioni. Desalegn ha ammesso che la crisi politica in corso “ha causato la morte di molte persone e costretto molte altre a lasciare le loro abitazioni. Le dimissioni sono vitali per portare avanti le riforme che condurranno alla pace e alla democrazia”.

Oggi la Bbc annunciato che l’Etiopia ha dichiarato lo stato di emergenza. Il provvedimento è arrivato dopo le dimissioni di Desalegn. Le proteste si sono intensificate negli ultimi giorni. I  manifestanti sono scesi in strada per chiedere la liberazione dei prigionieri politici. Ma la richiesta è stata parzialmente accolta dalle autorità. Eppure, dall’inizio dell’anno sono stati scarcerati oltre 6mila detenuti.

Nel frattempo, il ministro delle Comunicazioni Negeri Lencho ha detto che “la legge marziale non è la soluzione per le richieste economiche e democratiche del popolo”.

Aggiornato il 09 aprile 2018 alle ore 10:31