Casa Bianca, John Kelly e le menzogne sul caso Porter

Le menzogne di John Kelly sull’affaire Rob Porter. Nuove grane per la Casa Bianca. L’ex consigliere di Trump si era dimesso dall’incarico a seguito delle accuse di violenze domestiche giunte dalle due ex mogli: Jennifer Willoughby, sposata con Porter dal 2009 al 2013 e prima ancora da Colbie Holderness, consorte dal 2003 al 2008.

Pare che il generale dei Marines Kelly, capo di gabinetto dell’amministrazione Trump, abbia mentito sulla vicenda. In buona sostanza, Kelly avrebbe saputo delle accuse prima che diventassero di dominio pubblico.

Secondo il Washington Post, che cita due alti funzionari della Casa Bianca, Kelly avrebbe dato ordine all’ufficio stampa di divulgare una versione dei fatti che lo vedrebbe inattaccabile. Il quotidiano scrive che Kelly avrebbe chiesto le dimissioni di Porter “entro quaranta minuti da quando aveva saputo che le accuse erano credibili e ha raccontato allo staff che aveva assunto immediatamente e personalmente l’iniziativa”.

Ma questa versione dei fatti contraddice quella ufficiale fornita dalla Casa Bianca. Secondo il Daily Mail pare che Kelly sapesse da mesi, addirittura dallo scorso ottobre.

Il Post sostiene che martedì sera Kelly aveva detto che Porter era “un uomo di totale integrità ed onore. È un amico, un confidente e un professionista fidato. Sono orgoglioso di servire il Paese con lui al mio fianco”.

Il giorno dopo, quando è circolata la foto della prima moglie di Porter, Cobie Holderness con un occhio nero, Kelly ha continuato a difendere il suo segretario.

Ora, il generale a quattro stelle dei Marines, prende le distanze da Porter. Ma forse è tardi. E, oltre alla faccia, potrebbe rischiare anche il posto.

Aggiornato il 28 marzo 2018 alle ore 09:41