Pt brasiliano: “senza Lula, elezioni illegittime”

Senza Lula in campo, il Partito dei lavoratori non riconoscerà le elezioni. Per il Pt brasiliano, “se non sarà consentita la candidatura dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, le elezioni saranno illegittime”.

È quanto sostiene la senatrice Gleisi Hoffmann, presidente del Pt, in un testo pubblicato sul portale del partito. Lula è stato condannato per corruzione e riciclaggio di denaro per un caso relativo ad un appartamento a tre piani nella città costiera di Guarujà. La sentenza di primo grado, emessa dal giudice federale Sergio Moro, è stata di nove anni e sei mesi di reclusione. Per il giudice, l’appartamento sarebbe stato offerto a Lula dal colosso delle costruzioni Oas, come anticipo di una tangente da 2,2 milioni di dollari, al fine di ottenere garanzie sui contratti nella compagnia statale petrolifera Petrobras.

Il 25 gennaio, il Tribunale regionale federale della quarta regione (Trf-4), la Corte d’appello di Porto Alegre, ha confermato all’unanimità la colpevolezza di Lula, ampliando la pena a 12 anni e un mese di reclusione. La doppia sentenza, secondo quanto previsto dalla legge sulla “Fedina pulita”, non consente al vecchio ex presidente di candidarsi alle elezioni presidenziali di ottobre.

“La candidatura di Lula – si legge nel testo firmato dalla Hoffmann – è vitale per la democrazia. Senza di essa, avremo l’illegittimità del processo elettorale e la continua rottura del patto democratico che abbiamo fatto con la Costituzione del 1988: voto sovrano e libere elezioni! Lula è e sarà candidato in quanto è innocente”.

Per il Partito dei lavoratori, le “elezioni senza Lula sono una frode”. È questo lo slogan usato dai movimenti in difesa dell’ex presidente, nel corso delle manifestazioni di piazza. Hoffmann chiede il mantenimento della candidatura di Lula in ogni caso: “Il Pt non ha un piano B”, ha scritto.

Secondo la Hoffmann, il partito userà “tutte le vie legali per difendere Lula. Perché non rispettiamo questa decisione del Trf-4. Così come non rispettiamo il giudice Sergio Moro e il pubblico ministero federale di Curitiba. Il nostro livello di indignazione è e rimarrà alto. Perché non possiamo tollerare l’ingiustizia, con la distruzione di un leader come Lula”.

Aggiornato il 20 marzo 2018 alle ore 11:13