Tre giornalisti, tra cui un italiano, sono stati fermati in Venezuela mentre tentavano di entrare in un carcere nello Stato di Aragua per condurre un’inchiesta. La notizia è stata diffusa dal sindacato nazionale dei giornalisti, l’Sntp (Sindicato Nacional de Trabajadores de la Prensa). L’italiano fermato si chiama Roberto Di Matteo, di Bari - a quanto si apprende - mentre gli altri due sono lo svizzero Filippo Rossi (lui e Di Matteo collaborano con l’edizione on-line de “Il Giornale”) e il venezuelano Jesus Medina. I tre, ha reso noto il sindacato, stavano conducendo un’inchiesta giornalistica nel centro penitenziario di Aragua, nel nord del Paese, meglio conosciuto come il carcere di Tocoron, ma sono stati fermati dalla Guardia Nazionale Bolivariana. Da quel momento, non sono riusciti più a comunicare con loro. L’Sntp ha quindi chiesto alle autorità di fornire “informazioni reali” su dove si trovino e di “garantire la vita, la libertà e l’integrità dei giornalisti detenuti”. L’appello è stato fatto proprio anche da altre organizzazioni.

La Farnesina ha fatto sapere che l’ambasciata d’Italia a Caracas, in stretto raccordo con Roma, segue fin dal primo momento il caso del fermo del connazionale Roberto Di Matteo, in stretto contatto con le autorità locali, e la rappresentanza diplomatica italiana si è prontamente attivata per prestare al connazionale tutta l’assistenza necessaria. Il carcere di Tocoron è tristemente noto in Venezuela per i suoi ripetuti episodi di violenza e diversi altri crimini e il governo non è ancora riuscito a pacificare. La Sociedad Interamericana de Prensa (Sip) ha stimato che l’anno scorso le intimidazioni e gli arresti arbitrari contro i giornalisti sono aumentati. In Venezuela, il Colegio Nacional de Periodistas (Cnp) ha denunciato un’ondata di attacchi contro i giornalisti in particolare mentre coprivano le proteste dell’opposizione anti-chavista, tra aprile e luglio.

Aggiornato il 09 ottobre 2017 alle ore 10:41