Infermiere killer, uccisi almeno 84 pazienti

Venivano affidati alle sue cure in terapia intensiva, ma lui i pazienti li faceva fuori. Dopo due anni di carcere, oggi si è arrivati alla conferma che Niels Hoegel ha ucciso almeno 86 persone. Un infermiere killer. E il caso ha scioccato l'opinione pubblica tedesca, che è invece molto fiera degli standard, generalmente alti, del suo servizio sanitario. L'infermiere ha lavorato in due cliniche della Bassa Sassonia, a Oldenburg e a Delmenhorst. E già due anni fa, quando è stato condannato all'ergastolo per due omicidi e sei avvelenamenti - i casi che gli inquirenti avevano potuto accertare - di 'interventi' sui pazienti ne aveva ammessi una trentina e si sospettarono centinaia di vittime.

Il metodo che venne fuori dalle indagini era agghiacciante, almeno quanto le apparenti motivazioni: sui corpi indifesi di pazienti spediti in terapia intensiva, Niels iniettava medicinali in grado di provocare il collasso cardiaco, o una seria compromissione della circolazione. A questo punto tentava di rianimarli, a quanto pare per essere trattato come un eroe dai colleghi. Secondo la ricostruzione della magistratura, infatti, in alcuni casi avrebbe avvelenato le sue vittime anche più di una volta. "La situazione è semplicemente incomprensibile. È stato molto molto difficile per tutti noi lasciare da parte i sentimenti", ha affermato il presidente della polizia di Oldenburg Johann Kuehme, divulgando il nuovo bilancio della follia omicida dell'operatore sanitario. Le indagini sul caso sono state affidate a una commissione speciale, che per tre anni ha analizzato centinaia di atti, cartelle cliniche, e ha proceduto a dissotterrare anche molti cadaveri - 130 di pazienti soltanto del secondo ospedale in cui fu operativo - per eseguire delle autopsie. L'infermiere avrebbe fatto la sua prima siringa letale nel febbraio 2000, nell'ospedale di Oldenburg. Poi ci avrebbe progressivamente preso la mano.

Ma il fatto che abbia potuto operare inosservato e indisturbato, nel corso di anni, getta un'ombra pesante anche sulla struttura in cui lavorava. Nel 2001 i casi di morte nel reparto in cui era in servizio aumentarono addirittura del 58%. Perché nessuno si è insospettito, perché nessuno ha denunciato? Domande che hanno fatto aprire un'inchiesta anche sui responsabili della struttura in questione di quel periodo. L'infermiere fu invece a un certo punto trasferito, e ricevette addirittura un buon giudizio sul suo lavoro, referenze utili per quello successivo. Nel nuovo ospedale, a Delmenhorst, avrebbe colpito appena sette giorni dopo l'assunzione. Forse si sarebbe potuto evitare. E in effetti anche lì il numero dei morti aumentò rapidamente, tanto che furono messi sotto indagine due primari e il responsabile del reparto. Hoegel è stato fermato solo nel 2005, grazie alla circostanza che una collega lo ha colto sul fatto. Secondo le indagini, 36 pazienti sono rimasti vittime ad Oldenburg, 48 a Delmenhorst. Un bilancio ancora non definitivo, che stando agli inquirenti potrebbe salire. "Non comprendiamo perché i responsabili dell'epoca non abbiano denunciato quello che accadeva", è la posizione che ha assunto l'ospedale di Oldenburg.

Aggiornato il 29 agosto 2017 alle ore 12:11