“Riaffermiamo la necessità di stimolare la crescita economica, del commercio e degli investimenti". Lo scrivono i leader della “Via della Seta” nel comunicato finale del Forum che ha riunito a Pechino circa 30 capi di stato e di governo del pianeta - tra cui il premier italiano Paolo Gentiloni - sul progetto “One Belt, One Road” di collegamento tra Asia e Europa. "Ci impegniamo a favorire gli scambi, promuovere la pace, la giustizia, la coesione sociale, l'inclusività, la democrazia, una buona governance, i diritti umani, la parità di genere ed il rafforzamento del ruolo femminile", prosegue il comunicato sottolineando che "l'economia mondiale sta attraversando profondi cambiamenti, presentando opportunità e sfide". In questo contesto "noi diamo il benvenuto a ogni tipo di cooperazione, bilaterale, triangolare, regionale e multilaterale". E la via della Seta può creare "opportunità" in questa direzione. I leader si dicono poi "determinati a proteggere il pianeta dal degrado, attraverso un'azione urgente sui cambiamenti climatici incoraggiando tutti i partecipanti a ratificare e rendere pienamente operativo l'accordo di Parigi.

"Dal vertice è arrivato un messaggio controcorrente. Tutto da verificare, ma che dimostra come una parte del pianeta che si è riunita intorno all'idea della Via della Seta, punti al superamento delle barriere", ha dichiarato Gentiloni a Pechino al termine del Forum, sottolineando che il progetto di collegamento Asia-Europa "è una spinta e un messaggio importante, in controtendenza con un mondo che ragiona solo sui confini nazionali e sulle barriere". È una "bella idea che l'Italia ha fatto bene a valorizzare anche con la presenza del governo ai massimi livelli", ha proseguito Gentiloni parlando ancora di "spinta importante: decine di leader hanno deciso di fare propria l'idea, anche rendendo stabile questo forum. Credo che con tutte le precauzioni, perché bisognerà verificare come queste centinaia di miliardi di investimenti poi verranno effettivamente attuate, sia un segnale" forte nella direzione del "multilateralismo e del dialogo internazionale".

“La Via della Seta è un disegno geopolitico di grande interesse. E se l'Europa se ne tirasse fuori, sarebbe un grave errore ", ha concluso Gentiloni, spiegando l'idea di collegare "la parte del mondo che cresce di più, ovvero quella asiatica, attraverso quella dell'Asia centrale che non è molto infrastrutturata, con la parte a più alto reddito e cioè l'Europa. Proiettandosi verso il continente del futuro, ovvero l'Africa"

Aggiornato il 16 maggio 2017 alle ore 10:45