Secondo quanto riferito da fonti stampa, in occasione del 105esimo anniversario della nascita del defunto fondatore della Corea del Nord, Kim Il-sung, Pyongyang ha tentato di lanciare un missile dalla base militare di Simpo, sulla costa orientale del Paese, ma il lancio è fallito. Militari sudcoreani e statunitensi hanno dichiarato che il missile è esploso subito dopo il lancio. Non è ancora chiaro di che tipo di missile si trattasse. Inizialmente, il Comando Usa del Pacifico aveva riferito che poteva trattarsi di un missile balistico, ma in seguito un funzionario degli Stati Uniti ha detto che era assai improbabile. Sarebbero in corso accertamenti per identificare il tipo di missile. Altre fonti stampa riportano che, malgrado gli annunci iniziali di una cosiddetta “Armada” nei pressi della Corea, il gruppo d’attacco navale Usa, Carl Vinson, si sarebbe trovato (e si troverebbe ancora) a migliaia di miglia dalla penisola coreana e probabilmente non arriverà nella zona prima di fine aprile.

Secondo quanto riportato da “Defense News”, le navi non si stanno dirigendo direttamente verso la penisola come originariamente riportato. Al contrario, il gruppo, che comprende anche i cacciatorpediniere lanciamissili Uss Wayne E. Meyer e Uss Michael Murphy e l’incrociatore missilistico Uss Lake Champlain, starebbe prendendo parte ad esercitazioni in programma con l’Australia. Il 15 aprile, riporta “Defense News”, il gruppo di attacco Usa si trovava a circa 3.500 miglia di distanza dalla Corea, passando attraverso lo Stretto della Sonda tra le isole indonesiane di Sumatra e Java.

Nei giorni a ridosso delle celebrazioni nordcoreane, la Cina, unico alleato di peso della Corea del Nord, aveva, suo malgrado, preso posizione nei confronti della minacciosa Pyongyang. Dopo l’incontro tra Xi Jinping e Donald Trump, negli Stati Uniti, sarebbero seguiti tentativi diplomatici da parte cinese per fermare un’escalation della guerra nella penisola coreana. Ufficialmente non sembravano aver avuto effetto gli sforzi cinesi, viste le dichiarazioni bellicose da parte nordcoreana e americana. In base alle informazioni disponibili, alle tante ipotesi sul fallimento del lancio del missile nordcoreano verrebbe da aggiungerne un’altra considerazione: quella secondo cui Pechino sia riuscita a convincere Kim Jong-un a desistere, facendo abortire l’esperimento missilistico pochi secondi dopo il lancio, dando così la possibilità alla Corea del Nord di salvare la faccia e, contestualmente, continuare a essere credibile davanti al suo popolo e al mondo intero. Kim Jong-un avrebbe così mantenuto fede alla promessa di proseguire con i test missilistici e di non temere gli americani. Dal canto loro, gli Stati Uniti, non avendo ravvisato una minaccia concreta verso gli alleati, hanno ritenuto – almeno per ora – di non dover intervenire e, con tutta probabilità, si sono ritenuti per il momento soddisfatti.

È pensabile che, sottobanco, ci sia in realtà un’intesa tra Usa, Cina e Corea del Nord? Difficile da credere, ma è pur sempre un’ipotesi sul campo. Sullo sfondo c’è l’attesa di eventuali futuri accordi sul nucleare nordcoreano. Se l’ipotesi di una mediazione cinese fosse vera, Pechino avrebbe disinnescato un conflitto, probabilmente nucleare, sull’uscio di casa e si sarebbe resa protagonista di un successo diplomatico molto rilevante per l’equilibrio strategico della regione. La Cina ha tutto l’interesse di preservare la stabilità e lo status quo nella penisola coreana, e cioè una Corea divisa e in funzione anti-occidentale, come cuscinetto per fermare l’influenza giapponese e americana nella regione. Lo scoppio di una guerra in quel quadrante geopolitico, infatti, avrebbe causato una catastrofe per tutti i Paesi dell’area. Fortunatamente si tratta, per il momento, di una guerra di soli annunci...

(*) Country analyst think tank di geopolitica “Il Nodo di Gordio

Aggiornato il 02 maggio 2017 alle ore 19:35