Francia: Muezzin e non campane

Un nuovo libro sta scuotendo la Francia. “Les cloches sonneront-elles encore demain?” (Le campane suoneranno ancora domani?), a firma di Philippe de Villiers, sconcerta la nazione. La Francia, “la figlia prediletta” della Chiesa cattolica, si sta trasformando nella “figlia prediletta dell’Islam”. “Con arroganza, ci spingono a riscrivere la storia di Francia alla luce del ‘contributo della civiltà islamica’”, afferma de Villiers.

E sottolinea: “La Francia ha sperimentato tante disgrazie nella sua storia. Ma per la prima volta deve affrontare la paura di scomparire. In terra di Francia ci sono due popoli: un popolo nuovo che si è trasferito con il suo orgoglio e un popolo esausto, che non è più nemmeno a conoscenza delle condizioni della propria sopravvivenza”.

De Villiers traccia un quadro fosco del cattolicesimo francese: “Avignone non è più la città dei Papi, ma dei salafiti”. A Saint-Denis, di fronte alla basilica dove riposano i re francesi e Carlo Martello, “dominano oggi le tuniche e le barbe e le bambine vestite col sudario islamico”. Se la parrocchia è viva e vegeta, è grazie allo zelo della comunità cristiana degli africani e dei tamil. “Il cimitero dei re è solo una enclave. Appartiene a una storia che non conta più”.

I campanili delle chiese di cui parla de Villiers si stanno già ammutolendo a Boissettes (Seine-et-Marne) e alla periferia di Metz, dove le campane della chiesa di Sainte Ruffine sono state ridotte al silenzio dalle autorità statali laiciste. È successo nel villaggio bretone di Hédé-Bazouges, dove il silenzio è riempito dal fragore di quelli che de Villiers chiama “i sacrestani in djellaba” (veste indossata dai nordafricani), della chiamata alla preghiera fatta dal muezzin. Sta accadendo ovunque in Francia. La Francia non è più un Paese cattolico”, scrive Frederic Lenoir, caporedattore della rivista “Le Monde des Religions”. Le Figaro si è chiesto se l’Islam possa già essere considerato come “la prima religione in Francia”. Si stima che oggi in Francia, per un musulmano praticante, ci siano tre cattolici praticanti. Ma se si approfondisce questa analisi, questo rapporto sarà invertito. Confrontando solo la frequenza settimanale alla preghiera del venerdì in moschea e alla messa domenicale in chiesa, lo scenario è chiaro: il 65 per cento dei cattolici praticanti ha più di 50 anni. Al contrario, il 73 per cento dei musulmani praticanti ha meno di 50 anni. La tendenza indica che attualmente in Francia c’è un giovane cattolico praticante per tre giovani musulmani praticanti. Lo stesso dicasi per la costruzione di nuovi siti religiosi. Oggi, in Francia, ci sono quasi 2.400 moschee, rispetto alle 1.500 del 2003: “Questo è il segno più visibile della rapida crescita dell’Islam in Francia”, secondo il settimanale “Valeurs Actuelles”. Ogni settimana, vengono erette quasi due nuove moschee. È questo il ritmo con cui si costruiscono i luoghi di culto musulmani da dieci anni a questa parte. La Corsica detiene il record: nel 2003, sull’isola non c’erano luoghi di culto islamici, ora ce ne sono 11.

I Paesi musulmani finanziano generosamente le moschee della Francia, coprendo mediamente il 50 per cento dei costi totali. Per la Grande Moschea di Strasburgo, il 37 per cento dei finanziamenti è arrivato dal Marocco, il 13 per cento dall’Arabia Saudita e dal Kuwait. A Roissy-en-Brie, il Sultanato dell’Oman ha contribuito elargendo 1,8 milioni di euro, due terzi della spesa sostenuta. A Marsiglia, il Qatar fornirà il 25 per cento dei finanziamenti. Anche Charles Adhémar, un politologo francese, si è espresso in merito alla “scristianizzazione e alla graduale islamizzazione della Francia”. Il quadro che è emerso in questo ultimo anno è devastante: un prete cattolico ucciso all’interno di una chiesa francese da estremisti musulmani; leader musulmani che chiedono di convertire le chiese vuote in moschee; fedeli cristiani trascinati fuori dalle chiese prima di demolirle. Anche Lourdes, il sito cattolico più famoso della Francia, è in crisi per carenza di pellegrini. Il cattolicesimo francese sta assistendo a un tragico declino, preso tra due fuochi: il laicismo di stato e l’Islam politico. “In quarant’anni, la Francia è diventata la nazione dell’Europa occidentale dove la popolazione di origine musulmana è la più importante - ha scritto il quotidiano Osservatore Romano, organo ufficiale del Vaticano - Non è difficile ipotizzare che si sia ormai vicini al sorpasso dell’Islam sul cattolicesimo (francese)”.

È per questo motivo che per il 45 per cento dei cattolici francesi l’Islam rappresenta una “minaccia”. Ecco perché nel corso degli ultimi anni un crescente numero di intellettuali francesi, per lo più autori laicisti, ha pubblicato libri che lanciano un grido d’allarme su questo sorpasso religioso. Uno di questo scrittori è Pierre Manent, che nel volume “La situation de France” scrive che “stiamo assistendo all’estensione e al consolidamento delle pratiche musulmane, anziché a un loro decremento o ad un’attenuazione”.

Un altro è Éric Zemmour, nemico pubblico numero uno della sinistra francese. È appena uscito un suo nuovo libro “Un quinquennat pour rien” (il quinquennat è la durata del mandato presidenziale francese), in cui Zemmour invoca “una rivoluzione culturale (la sola) che può permetterci di vincere la guerra di civiltà che si svolge sul nostro territorio”. Anche una nota sociologa delle religioni, Danièle Hervieu-Léger, ha pubblicato un libro che suona come un verdetto: “Catholicisme, la fin d’un monde” (Cattolicesimo, la fine di un mondo). La studiosa conia una parola per descrivere questa fine: “exculturation”. E questo ci fa pensare non a una battaglia che si sta combattendo, ma a una che è già finita.

Nella guerra fra “il cubo e la cattedrale” – l’Arche de la Défense fatto costruire a Parigi da François Mitterrand come simbolo della modernità e la Cattedrale di Notre-Dame – il cubo sembra avere la meglio sulla chiesa. Entrambi sono dominati dalla mezzaluna islamica.

(*) Gatestone Institute

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:11