Non solo Olimpiadi   Forza Brasile!

Chi mi conosce sa quanto grande, da sempre, sia il mio amore per il Brasile. In queste settimane gli occhi di tutti poggeranno uno sguardo su Olimpiadi e Paralimpiadi, Giochi che uniscono ed esaltano.

È la prima volta che i giochi olimpici si svolgono in Sud America e i primi non potevano che essere i brasiliani. Dietro allo sport c’è un sogno per questo Paese, quello del riscatto sociale. Il Brasile c’era andato vicinissimo e molto era cambiato in bene con un “vero” presidente operario, Lula, che in otto anni ha innalzato il potere d’acquisto, e non solo, delle classi meno abbienti. Ora vicissitudini giudiziarie hanno cancellato la stella di Lula, ma soprattutto la politica non ha saputo cogliere e proseguire quel progetto che poteva portare il Brasile a divenire la quinta potenza mondiale. Oggi il Paese è in crisi nonostante le enormi potenzialità e le infinite opportunità. I media ci raccontano, poi, di un riacutizzarsi della violenza e della criminalità. Peccato.

Chi ha assistito alla bella cerimonia d’apertura ha visto quasi un Carnevale, quello di Rio, quello più bello al mondo, ma sullo sfondo ha visto anche le favelas, la povertà, l’incapacità, o meglio la non volontà di dare istruzione, cultura, pane e speranza a un popolo. Molti se la prendono con gli Usa e dicono che sono l’America del Nord e le multinazionali a voler tenere sotto una sorta di cappio il Brasile. Forse è vero. Gli interessi economici sono da sempre protagonisti nel bene e nel male, più spesso, per i più, nel male. D’altronde il presidente uscente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, in qualcosa ha fallito. Premio Nobel per la Pace, dopo otto anni lascia gli States e il mondo in una situazione dove si può parlare di tutto meno che di pace. E molte responsabilità sono anche del politico più importante del mondo oltre che, è certo, di ognuno di noi.

Dallo sport, quello dei normodotati (che pessima parola) e dei disabili, può giungere, e sarà così, ancora una volta un appello all’unione, alla comunione, alla pace, all’inclusione, al confronto, alla sana competizione, alla cultura della non-vittoria. I Giochi olimpici e paralimpici (quando si svolgeranno in contemporanea?) sono anche una risposta a quel terrorismo che ci vorrebbe chiusi in casa. Il Brasile e il mondo devono saper cogliere quest’appello per costruire un domani diverso perché quello che stiamo lasciando ai nostri figli non è certamente bello.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:01