Il calcio ai giorni del terrorismo

C’è legittimamente da chiedersi che cosa avranno pensato jihadisti e terroristi vari dopo quello che è successo nei giorni scorsi a Manchester.

Domenica scorsa, lo stadio Old Trafford, che dal 1910 ospita gli incontri della squadra di calcio cittadina del Manchester United, è stato teatro di un avvenimento che ha avuto momenti drammatici ma anche comici. Venti minuti prima dell’inizio dell’ultima partita di Premier League di quest’anno, tra i Diavoli Rossi del Manchester United e la squadra di Bournemouth, con gli spalti esauriti con oltre 75mila spettatori, un addetto alla sicurezza scorgeva in uno dei bagni dello stadio, nella tribuna centrale, dedicata all’allenatore storico dei “red devils”, Sir Alex Ferguson, un oggetto sospetto. I poliziotti presenti nell’impianto sportivo, subito allertati, ad un sommario esame dell’involucro ritrovato, notavano un cellulare collegato con alcuni fili ad una bombola di gas: insomma, sembrava proprio una bomba in piena regola pronta a scoppiare per fare una strage. E il ricordo ancora vivo del 13 novembre scorso, dello Stade de France a Parigi, ha fatto il resto.

Grandissima tensione tra i dirigenti della polizia, quasi panico, che hanno subito decretato l’allarme rosso e ordinato l’immediata evacuazione dell’Old Trafford. I settantacinquemila tifosi, tantissime le famiglie con bambini che erano venuti a festeggiare i propri beniamini, in una giornata calda e soleggiata a Manchester, hanno lasciato lo stadio e si sono allontanati velocemente dalla zona. Gli ultimi a partire sono stati i giocatori del Manchester United e della squadra ospite del Bournemouth e gli arbitri, che erano stati nel frattempo portati nei sottopassaggi dell’impianto, a distanza di sicurezza dall’ordigno trovato.

Gli artificieri dell’Esercito, fatti arrivare in tutta fretta all’Old Trafford hanno quindi fatto brillare la bomba rudimentale e il boato si è sentito in tutta l’area circostante, complice la brezza pomeridiana. Ma la sorpresa è arrivata un paio di ore dopo, quando il comandante della polizia di Manchester, John O’Hare, ha dichiarato alla stampa che quanto era successo allo stadio non doveva allarmare nessuno perché si era trattato in realtà di un falso allarme. Il congegno ritrovato e fatto esplodere dagli artificieri era sì una bomba artigianale, seppure inoffensiva, ma era stato collocato nel bagno di proposito per testare l’efficacia dei cani anti-esplosivo, nel corso di una esercitazione che si era tenuta quattro giorni prima della partita del Manchester United.

Gli operatori della polizia e di alcune società private che avevano partecipato all’esercitazione avevano dimenticato di rimuovere il finto ordigno dal bagno della tribuna Alex Ferguson. Tutta la scorsa settimana, la città di Manchester era stata teatro dell’esercitazione; i responsabili della sicurezza metropolitana avevano inteso riprodurre, utilizzando effetti speciali “molto realistici”, il clima durante attentati multipli e contemporanei, per verificare la prontezza delle forze di sicurezza. In uno dei principali centri commerciali della città, attori che impersonavano terroristi islamici, al grido di “Allah Akbar”, si erano fatti esplodere, ovviamente per finta, ed altri avevano preso in ostaggio diversi cittadini inermi. L’esercitazione, secondo i responsabili, era andata molto bene con un’ottima, pronta ed efficace risposta degli uomini delle forze speciali della polizia.

Del “fuori programma” allo stadio non è però rimasto per nulla contento il sindaco di Manchester, Tony Lloyd, che ha gridato allo scandalo e ad un colossale fiasco delle forze di polizia della sua città chiedendo inoltre di istituire una commissione d’inchiesta per valutare eventuali responsabilità. Gli ha fatto eco la dirigenza del Manchester United, che ha giudicato affrettata la decisione della polizia di evacuare lo stadio; solo per miracolo, hanno affermato i dirigenti sportivi, non ci sono stati feriti tra i settantacinquemila che hanno dovuto lasciato precipitosamente le tribune.

Nei prossimi giorni si replicherà all’Old Trafford il match con il Bournemouth, che chiuderà finalmente una stagione calcistica non esaltante per i red devils. Anche lo sport più seguito in Europa, il calcio, deve fare i conti con la paura del terrorismo. È proprio vero dunque: i jihadisti hanno mosso l’attacco al cuore delle nostre società!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:04