Al Centro vaccinazioni  manca... il vaccino

In questi giorni è arrivata in Brasile la fiamma olimpica, a riceverla nel palazzo sede della Presidenza della Repubblica brasiliana, il Planalto, c’era Dilma Rousseff. La presidentessa, che non è andata ad Olimpia ad accendere la fiamma, come vuole la prassi lo fa il Paese che accoglie i Giochi, si è limitata ad un saluto con un semplice riferimento alla situazione critica che attraversa il Paese.

Infatti, salvo grandi sorprese sempre possibili in Brasile, non sarà lei ad inaugurare il prossimo 5 agosto a Rio i Giochi Olimpici. La Rousseff ha detto che le Olimpiadi di Rio saranno le migliori. Certamente il Brasile ha fornito un’ottima prova di sé nell’ultimo Campionato Mondiale di Calcio, ma adesso la situazione è cambiata e ci sono molti motivi per essere preoccupati. Da mesi in Brasile si discute sulla preparazione dei Giochi Olimpici e della situazione di Rio de Janeiro dove si svolgeranno. Mentre era cominciato il conto alla rovescia dei cento giorni mancanti, è accaduto un fatto che ha scatenato paure ulteriori: una ciclovia prevista nel complesso delle opere per le Olimpiadi è crollata a causa di un’onda molto forte che ha trascinato in mare due persone. Per giorni le televisioni brasiliane hanno mostrato gli elicotteri che cercavano i corpi in mare. Il sindaco Eduardo Paez si è subito assunto la responsabilità e ha dichiarato che controllerà severamente tutte le opere costruite o in costruzione. Di qui è nata una forte discussione sulla situazione di Rio. È stato completato il villaggio olimpico e molte strutture sono pronte, ma questo non vale per il centro del tennis o il velodromo, per non parlare del mancato disinquinamento della Baia di Guanabara.

I giornali brasiliani ricordano inoltre che la crisi finanziaria dello Stato di Rio de Janeiro potrebbe far chiudere gli ospedali durante il mese di agosto. Per non parlare della polizia militare di Rio, conosciuta tra le più violente del Brasile; Amnesty International ricorda che nello scorso anno ben 307 persone morirono per mano della polizia. Ma, se l’epidemia del dengue è conosciuta anche in Europa, più nella sua versione zika, un nuovo pericolo minaccia le Olimpiadi del 2016. Il Brasile in questi giorni è impegnato in una gigantesca operazione di vaccinazioni contro l’influenza H1N1 che ha provocato la morte di 215 persone nel 2015 e 115 nel 2016. Sabato 30, in una mobilitazione nazionale, sono state distribuite ben 38 milioni di dosi alle categorie a rischio: bambini, anziani e malati. Il ministero della Sanità, in un comunicato trasmesso dal popolare Tg del mattino della Rete Globo, ha assicurato che i laboratori forniranno in pochi giorni le dosi mancanti. A Salvador de Bahia si sono verificate lunghe file per le vaccinazioni; ricordiamo che a Salvador si terranno molte partite del calcio olimpico. Quando anche in Italia si conoscerà l’epidemia di febbre aviaria, così è chiamata la H1N1, chi vorrà andare in Brasile andrà a farsi vaccinare, allora scoprirà che all’Ufficio Vaccinazioni Internazionali di via dei Frentani il vaccino non c’è. La risposta è che è fuori stagione. Gli esperti dicono che il normale vaccino del 2015/2016 contiene anche quello contro la H1N1, ma non tutti si sono vaccinati!

Nei prossimi giorni il senatore Lucio Barani farà un’interrogazione ai ministri degli Esteri e della Sanità, chiederà di sapere perché sul sito viaggiaresicuri.it non compare nulla sulla situazione attuale in Brasile. Cosa fanno le ambasciate per i consolati? Perché la Sanità non ha cominciato a predisporre il vaccino H1N1, non ha ricevuto nulla dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sempre pronta a lanciare allarmi, salvo smentirsi spesso successivamente? Occorrono interventi rapidi perché la vaccinazione deve essere fatta 4 settimane prima di entrare nelle zone a rischio. È in discussione la salute di migliaia di turisti italiani alle Olimpiadi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:58