Ishtiwi, jihadista e gay assassinato da Hamas

Da tempo vi è chi va ripetendo che il principale problema per la libertà, i diritti e la dignità del popolo palestinese non è Israele ma Hamas e il regime criminale e assassino che governa i territori palestinesi.

Ciò che è accaduto nelle ultime ore dovrebbe far riflettere e far aprire gli occhi anche a chi immerso nella demagogia e nella “pazzia” guarda ai “fronti di liberazione della Palestina” come forza di emancipazione e libertà. Mahmoud Ishtiwi, jihadista e tra i comandanti più autorevoli di Hamas è stato ucciso barbaramente, dopo essere stato torturato, dalla stessa organizzazione per la quale “lottava”. Che cos’ha fatto Mahmoud Ishtiwi per meritare una simile morte? È stato accusato di depravazione morale: omosessualità. Il “New York Times” riporta con sgomento la notizia ricordando che non è il primo caso che coinvolge la comunità palestinese. La famiglia Ishtiwi è molto in vista a Gaza per aver rischiato la vita ospitando in casa il comandante in capo delle brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, Mohammed Deif, ricercato dall’esercito israeliano. Mahmoud Ishtiwi, nel gennaio del 2015 è stato accusato di aver sottratto dei fondi destinati alla sua unità e per il regime islamico.

Ciò che rende particolare questo caso è la denuncia della famiglia, che da sempre lotta per “la liberazione del popolo palestinese”, nei confronti delle istituzioni palestinesi stesse. Accuse gravissime, violazione dei diritti fondamentali e sistematica tortura per ottenere confessioni. Le indagini sarebbero arrivate a un uomo che ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con Mahmoud Ishtiwi. I soldi trattenuti, secondo gli ufficiali, sono stati usati per pagare rapporti sessuali e per non far parlare il suo amante. Dopo l’accusa di omosessualità è arrivata quella di spionaggio per gli israeliani. Il comandante jihadista ha confessato tutto ma ha rivelato ai suoi familiari di aver confessato dopo ripetute e sistematiche torture. Mahmoud Ishtiwi aveva trentaquattro anni e lascia due mogli e tre figli. Alle sue mogli prima di essere giustiziato ha confessato: “Mi hanno quasi ucciso. Ho confessato cose che non ho mai fatto in tutta la mia vita. È un’ingiustizia”. Due delle sue sorelle, Buthaina e Samia, visitandolo in prigione l’hanno visto piangere a dirotto. Ripeteva solo: “Sono vittima di un’ingiustizia”. Le due sorelle, riporta la rivista “Tempi”, si sono recate a giugno 2015 dal leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, chiedendogli se il fratello poteva avere un avvocato. “No”. Poteva essere visitato dalla Croce Rossa? “No”. Il suo caso poteva essere rivisto da una commissione interna? “Forse”. Ma la commissione non è mai stata istituita e a luglio 2015 decine di parenti e vicini si sono recati sotto la casa di Haniyeh per inscenare una rarissima protesta pubblica, ma sono stati mandati via e picchiati dagli uomini della sicurezza. Ad agosto dell’anno scorso la famiglia ha per l’ultima volta visto Ishtiwi. La madre ha addirittura registrato un video di otto minuti indirizzato a Deif, il capo delle brigate al-Qassam, nel quale lo implora di salvare suo figlio e gli ricorda di come la sua famiglia ha rischiato la vita per proteggerlo in casa dalle bombe israeliane. “Fatemi vedere mio figlio, liberatelo”, piange, “o pagherete davanti ad Allah il giorno del giudizio”.

L’ultimo tentativo i familiari di Ishtiwi l’hanno fatto il 6 febbraio, parlando nella loro casa di Zeitoun fino alle due di mattina del giorno seguente con un importante Imam della comunità di Hamas. Il tutto completamente inutile: il 7 febbraio, dopo la preghiera della sera, Ishtiwi è stato ucciso con tre colpi di proiettile. Una delle famiglie più in vista di Gaza per la lotta contro “l’oppressore israeliano” è stata vittima della condanna alla pena capitale (mentre ricordiamo che Israele è un paese abolizionista) dalla stessa organizzazione per la quale lottava. Ancora una volta nel mondo mediorientale la vita degli omosessuali è condannata nel nome della lotta alla “depravazione morale”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:03