L’Egitto tra modernità e conservatorismo

Dopo la rivoluzione del 2011 che portò al potere l’ortodossia islamica dei Fratelli Musulmani di Mohamed Morsi e la controrivoluzione del 2013 che ristabilì il ruolo egemone delle forze armate del generale al-Sisi, difensori della borghesia laica, l’Egitto è tornato al suo perenne dibattito tra progressisti laici e conservatori religiosi, specie alla vigilia di importanti elezioni parlamentari.

In queste settimane, due storie “pruriginose” apparse sugli organi di stampa locali stanno affascinando e dividendo l’opinione pubblica egiziana. La prima vede protagonista una popolare attrice comica, Entissar (nella foto), famosa al grande pubblico egiziano per le sue apparizioni in molte serie televisive di successo. La quarantaquattrenne attrice, nata al Cairo, è intervenuta in un talk-show molto seguito sul canale privato Al Qahera Wal Nas incoraggiando i giovani uomini a guardare film porno. Le sue parole hanno scatenato un putiferio. Secondo Entissar i film spinti avrebbero un effetto educativo sui giovani egiziani, soprattutto sui ragazzi che ancora non hanno avuto esperienze amatoriali e su quelli che non possono permettersi di sposarsi per mancanza di risorse economiche. A giudizio dell’attrice, madre di due ragazzi e che si dichiara mussulmana praticante, la scuola e la famiglia tipica egiziana, specie quella povera, non insegna ai giovani maschi l’educazione sessuale e tale ignoranza è tra le prime ragioni dietro alle violenze verso le donne, di cui l’Egitto vanta un triste record.

I crimini e le offese sessuali hanno infatti registrato negli ultimi anni un aumento esponenziale e il governo egiziano ha deciso di adottare la “tolleranza zero”, inasprendo pesantemente le sanzioni contro i trasgressori. Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato lo scorso anno ha rivelato che oltre il 90 per cento delle donne in Egitto ha subìto qualche forma di molestia sessuale. Entissar ha ammesso di avere visto film a luci rosse con il consorte e si è detta pronta a combattere pubblicamente ogni tentativo governativo volto a bloccare i siti web con scene esplicite di sesso o chiudere le emittenti televisive che trasmettono film spinti, come è stato più volte sollecitato da esponenti e movimenti religiosi estremisti.

Le dichiarazioni televisive di Entissar hanno diviso l’opinione pubblica del Paese; molti, in particolare i residenti dei quartieri poveri ed a forte maggioranza di mussulmani radicali, si sono sentiti offesi dalle parole dell’attrice che hanno anche provocato le dure reazioni di importanti esponenti del clero islamico. Diversi spettatori hanno perfino chiesto l’immediata sospensione delle trasmissioni di Al Qahera Wal Nas e minacce di morte sono arrivate al direttore del canale privato. I leader religiosi di diverse moschee del Cairo hanno definito l’intervento di Entissar come un invito alla dissolutezza e alla depravazione e hanno rivolto un appello alle buone famiglie mussulmane perché esercitino la massima vigilanza sui giovani, per non farli cadere nel peccato. Gruppi conservatori mussulmani hanno presentato un esposto al procuratore capo del Cairo, denunciando l’attrice con l'accusa di incitamento alla depravazione, un reato punibile fino a un anno di carcere. Nessuna azione legale è stata però ancora avviata contro Entissar.

Ad Entissar è arrivata però anche la solidarietà di suoi colleghi attori e di esponenti della borghesia colta e laica dei quartieri ricchi del Cairo. Il dibattito sui temi sessuali è sempre stato visto con disagio ed imbarazzo in Egitto, una sorta di tabù; il coraggio di Entissar nel prendere pubblicamente e per di più in una trasmissione molto seguita una posizione così netta e spinta, può secondo molti osservatori facilitare una discussione più aperta e progressista su argomenti importanti per le giovani generazioni egiziane. Al centro dell’altra vicenda che appassiona gli egiziani in questi giorni è la nota e controversa danzatrice del ventre, Sama al-Masri, diventata famosa nel Paese e negli altri paesi arabi per i suoi video musicali anti-islamici. Sama è stata definita dal tribunale amministrativo della capitale non in possesso del requisito di “buona reputazione” e pertanto non autorizzata a presentarsi alle elezioni parlamentari che si terranno il 18 ottobre in Egitto. Il tribunale era stato chiamato a pronunciarsi sulla candidatura della ballerina dopo un esposto presentato da gruppi conservatori. Sama si era candidata come indipendente nel quartiere del Cairo di Al Jamiliya, dove è nato il generale al-Sisi, attuale capo dello Stato, e dove si erge la grande moschea al-Ḥusayn.

La ballerina ha accolto la decisione del tribunale amministrativo con sorpresa e molta amarezza. Si è detta pronta a ricorrere alla Corte Suprema e ha denunciato i suoi denigratori di sessismo e conservatorismo bigotto. Sama si era già candidata alle elezioni che dovevano svolgersi lo scorso marzo e che poi vennero annullate dalla Corte Suprema per difetti nella legge elettorale e rinviate quindi ad ottobre. In quella occasione non era stato rilevato alcun motivo ostativo contro di lei, che risultava quindi regolarmente in lista. Cosa è successo questa volta per eliminarla dalla competizione elettorale? Si domandano i sostenitori di Sama. La ballerina è anche proprietaria di una stazione televisiva satellitare molto vicina ad alcuni esponenti deposti del vecchio regime di Mubarak; la politica in questo caso non avrebbe influito, mentre avrebbe giocato un ruolo decisivo l’orientamento conservatore dei giudici del tribunale amministrativo, secondo i quali una ballerina del ventre non ha la buona reputazione per sedere nel parlamento egiziano.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:04