Cameron e Putin contro il nuovo Mahdi

Nessuno vorrebbe mai tessere le odi della politica britannica, ma a denti stretti dobbiamo ammettere che Cameron è l’unico in Europa ad aver compreso il senso di questa nuova guerra mediorientale. Se Cameron ne ha compreso ragioni e conseguenze, invece Putin è l’unico in grado di sbrogliare la matassa senza dover subire i condizionamenti d’un Occidente lassista.

L’Isis, se più vi garba Califfato islamico, è l’ultima forma assunta dai mahdisti. Sul finire dell’800 gli inglesi s’erano già imbattuti negli antenati dell’Isis: scenario di quel conflitto fu il Sudan, dove le truppe della regina Vittoria si scontrarono con l’esercito di Muhammad Ahmad. A differenza delle varie rivolte anticoloniali, quella fu la prima guerra religiosa dei tempi moderni.

L’ascesa di Muhammad Ahmad è stata simile a quella di Bin Laden e Abu Bakr al-Baghdadi. Tra il 1869 ed il 1870 l’asceta musulmano Muhammad Ahmad aveva trovato rifugio sull'isola di Aba, nel cuore del Nilo Bianco. Girovagava per villaggi ed antiche capitali nilotiche, poi un giorno una folla ragguardevole lo accolse a Khartun, per ascoltare il suo discorso sulla “vera fede”, l’islam. Le concomitanti rivolte anticoloniali permisero a Muhammad Ahmad, che d’ora in poi appelleremo come Mahdi, di conciliare la liberazione del Sudan alla strategia d’insediamento di governi ispirati dal Corano. Lui si proclamava Mahdi, redentore dell'Islam, come Abu Bakr al-Baghdadi califfo: la tradizione islamica vuole che certe figure debbano comparire verso la fine dei tempi, per ripristinare il primitivo e puro Islam.

Intanto il governatore del Sudan tentava mettere in prigione il Mahdi, ed alcune compagnie di fanterie raggiungevano la sua residenza, ad Abba. Ma i seguaci del “redentore d’Islam” avevano vittoria facile, usando sui fanti lo stesso riguardo che oggi l’Isis riserva ai prigionieri: le immagini non viaggiarono su internet, ma ugualmente vennero diffuse dai cantastorie per tutto il mondo islamizzato. L’occasione si rivelò ghiotta per il Mahdi, che così poté chiamare alle armi tutti i musulmani, e nel nome della jihad: un impegno di guerra obbligatorio per tutti gli islamici. Nemici del Mahdi erano sia gli oppressori turchi che quelli britannici, e naturalmente tutti gli “impuri”. I britannici abbandonarono il Sudan e il Mahdi assurse a califfo dell’intero paese. Nemmeno il generale Gordon (detto Gordon Pascià) riusciva ad avere ragione sul Mahdi, perché le tribù arabe abbandonarono la neutralità e dichiararono giusta la jihad. Il 25 gennaio 1885 anche Khartum cadeva in mani mahdiste. Così il Regno Unito vedeva appannarsi la propria influenza coloniale: uno smacco per la superpotenza del tempo. La riconquista del Sudan era impensabile per tutti gli osservatori, e c’era una situazione di pericolosità superiore a quella dell’attuale Libia.

Le uniche notizie del califfato mahdista poterono raggiungere l’Europa tramite due prigionieri fuggiti alle carcerieri jihadiste: i diari del missionario Giuseppe Ohrwalder e dell’ex governatore del Darfur, Rudolf Carl von Slatin, si rivelarono le uniche fonti d’intelligence. Nel frattempo il Mahdi era morto per un misto di dissenteria e tifo. Ma i suoi eredi spirituali tennero testa alle truppe britanniche sino al 1899, anno in cui le truppe del generale Horatio Kitchener riuscirono ad aver ragione dei jihadisti: ci volle l’ultimo ritrovato della tecnica armaiola, le mitragliatrici Maxim, per avere la meglio sui mahdisti. Kitchener disponeva di scarsi 20mila uomini ben armati, mentre le forze mahdiste oscillavano tra 60 e 70mila uomini muniti di spade e vecchi fucili avancarica in acciaio damascato. Così il califfo Abd Allāh al-Taʿāysh (ultimo Mahdi) venne messo in fuga e poi ucciso in battaglia nel gennaio del 1899. I britannici s’insediarono come nuovi governatori del Sudan, dichiarando che mai più un Mahdi avrebbe instaurato un regime di terrore in quella regione come nel resto dei paesi coloniali.

Gli uomini della regina Vittoria avevano preso due piccioni con una fava: fermato sia l’espansione francese dal Ciad verso il Sudan che l’estremismo islamico. Non venne sollevato più alcun polverone sul fatto che le armi al Mahdi fossero di provenienza francese, ai britannici bastò aver rimesso ordine negli assetti coloniali. Vennero anche fermati i fenomeni migratori: in tanti fuggirono verso Egitto e Turchia, per evitare lo spadone mahadista. Sudan Anglo-Egiziano fu il nome ufficiale di quel paese fino al 1956. Il sentore che, finita la colonizzazione, sarebbero ripresi gli aneliti mahdisti veniva bollato dalle sinistre britanniche come posizione retrograda. E per mettere al sicuro quei territori vennero instaurate delle “democrazie militarmente protette”, meglio dire dittature gradite all’Occidente. Quello stesso Occidente che, dimenticata la lezione del Mahdi, ha festeggiato le primavere arabe. Dimenticando che quelle ribellioni hanno ieri favorito i mahdisti come oggi quelli dell’Isis.

Ecco che necessita sconfiggere via terra il Califfato, e solo i russi hanno oggi la preparazione necessaria, nonché la voglia e la necessità di farlo: non dimentichiamo che la Russia confina con Turkmenistan, Afghanistan, Iran, Kazakistan, Uzbekistan. Un Putin vittorioso, e dopo la prova di forza, rimetterebbe in riga l’intera area. E poi la Russia è oggi l’unica nazione che può non sottostare alle pastoie burocratico-affaristiche della Nato. Tutte queste “sottigliezze” sono ben note a Londra.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:09