Gli europei stanno lentamente, ma inesorabilmente virando a destra. Solo che ancora non lo sanno. Perché nonostante le urne delle amministrative francesi abbiano dato un responso ben chiaro, i media internazionali preferiscono dare un’altra versione dei fatti; il Front National in Francia ancora non ha passato il guado, non ha ancora fatto il sorpasso e Marine Le Pen, troppo esperta ed intelligente per pensare altrimenti, lo sa bene.
Ma sa altrettanto bene che il 26% dei consensi e una posizione di forza crescente nei rapporti politici transalpini sono un traguardo che le destre europee, compresa quella italiana di ieri e di oggi, hanno toccato solo di rado e con alterne vicende. Chi fa politica non può e non deve dimenticare, a rischio la perdita di contatto con la realtà che sono i numeri a parlare ed essi non sono suscettibili di interpretazioni: ma nonostante questo l’operazione di mistificazione mediatica prosegue imperterrita anche su questo esito elettorale parziale. A portarla avanti, è bene ricordarlo, sono gli stessi media che nel 2011 ci dissero che la guerra in Libia (guarda caso di quel Sarkozy che viene celebrato come l’argine a Marine Le Pen) era giusta per poi rimangiarsi tutto dopo l’arrivo di Isis e del terrorismo salafita a Tripoli e dintorni, che dipinsero Assad come il peggior tiranno della storia mondiale fra massacri presunti e notizie senza verifica alcuna per poi tornare a caldeggiare la collaborazione con Damasco contro il jihadismo dilagante nell’area.
Quel jihadismo di stampo salafita descritto come liberatore. Oggi l’operazione si ripete e torna nella sua stanca litania concettuale e semantica, tentando di nascondere il dato fondamentale di questa tornata elettorale francese: François Hollande, il presidente delle belle parole e dei fatti zero sta scomparendo rapidamente dalla scena politica transalpina. Sarkozy e Le Pen, due anime del diviso centrodestra francese, messe assieme sfondano di molti punti il 50% dei consensi e potrebbero, qualora uno dei due tentasse il riavvicinamento, governare in molti dipartimenti praticamente da soli, iniziando un percorso verso il Parlamento e l’Eliseo che in molti temono profondamente.
L’errore è di fondo, a ben guardare. Perché non è solo la Francia a virare a destra, non si può pensare che solo i fatti di Charlie Hebdo abbiano influenzato l’opinione pubblica e di conseguenza le urne: è un periodo storico e politico di medio termine che si conclude. Fatalmente il declino dell’idea buonista, multiculturale, nichilista e distruttiva di ogni identità prende il viale del tramonto in coincidenza con gli ultimi mesi della presidenza di Obama, che alle prossime elezioni non potrà ricandidarsi.
Gli Usa cambieranno verso, dopo anni di vuoto impreziosito da lustrini, il mondo musulmano dal canto suo vede un cambiamento epocale con l’avanzata dello sciismo e di un’idea laica che seppur embrionale cresce. Anche l’Europa sta cambiando, dentro di sé: un continente massacrato e indebolito dalla crisi e dall’omicidio dei valori. Cambia ma ancora non lo sa ed è proprio questa consapevolezza ancora celata a spaventare chi, fino a oggi, ha vissuto di bugie e di sfruttamento del vuoto culturale in cui è stata precipitata la nostra società.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:05