Ucraina e Russia, la guerra incompresa

La guerra nell’Ucraina orientale sta diventando un affare sempre più incontrollabile e incomprensibile. Dal 15 doveva essere in vigore un cessate il fuoco, ma anche dopo la cattura della cittadina di Debaltseve da parte delle milizie pro-russe, altri combattimenti stanno continuando nei pressi di Donetsk, capitale dell’omonima repubblica autoproclamata, che mira all’annessione alla Russia. Il generale Philip Breedlove, comandante delle forze Nato, ha ammesso ieri che il cessate il fuoco esista “solo sulla carta”. E intanto avanzano altri due potenziali scandali. Il primo è il sospetto che un alto ufficiale russo abbia varcato la soglia ucraina e si sia mischiato ai miliziani, levandosi insegne e divisa per non farsi riconoscere. Il secondo è il sorvolo del territorio britannico da parte di bombardieri russi, un episodio (e non è l’unico) che il governo britannico stenta ad ammettere.

Partendo dal caso del generale russo, un video dei miliziani pro-russi mostra un ufficiale irregolare, presentato come un comandante della milizia della Repubblica di Luhansk, che parla delle operazioni (allora ancora in corso) contro la sacca di Debaltseve. Quel comandante di milizia altro non sarebbe, secondo i media ucraini, che il generale russo Aleksandr Lentsov, vicecomandante in capo delle forze di terra della Federazione Russa. Se la notizia venisse confermata, si tratterebbe della più plateale dimostrazione di quanto la Russia stia intervenendo direttamente nel conflitto ucraino.

Sarebbe sorprendente. Ma non incredibile. Il 6 febbraio, prima ancora del cessate il fuoco, il generale statunitense Frederick “Ben” Hodges, spiegava al Wall Street Journal la natura della “guerra ibrida” dei russi in Ucraina. “Quando esamini un video degli Spetsnaz (le forze speciali russe, ndr), i cosiddetti ‘omini verdi’ nell’Ucraina dell’Est, se non sei assolutamente a digiuno di cose militari, e vedi come si muovono, il fatto che siano perfettamente equipaggiati e in uniforme, comprendi quanto sia difficile. E’ difficile far tenere l’uniforme in ordine e far portare le armi nel modo giusto, tutto il tempo. Ed è questo che fa cogliere la differenza fra una milizia di ribelli, con i loro variopinti equipaggiamenti e un gruppo perfettamente disciplinato”. Il generale Hodges ritiene che, nonostante tutto, i russi abbiano avuto successo nel nascondere e negare il loro intervento. “Potrei levare anch’io il mio distintivo dall’uniforme e affermare di non essere più nell’esercito” e questa è la “guerra ibrida”: “Creare ambiguità. Dare alla gente che non vuole credere una ragione in più per non credere”. Non voler credere che i russi stiano intervenendo in Ucraina, in questo caso. In un certo senso sembra di rivivere la guerra di Bosnia di vent’anni fa. Anche in quel caso, la Jugoslavia non ammetteva il suo intervento. La guerra era combattuta da “ribelli serbi di Bosnia” dell’auto-proclamata Repubblica di Pale. Anche in quel caso, colonnelli e generali dell’Esercito Popolare Jugoslavo, facevano la loro regolare comparsa nelle trincee dei “ribelli”, che erano sempre, non per caso, ben addestrati, ben equipaggiati, muniti di armi e munizioni a volontà. Ma la Jugoslavia di Milosevic poteva essere sfidata. E dopo tre anni di auto-illusioni che nessuna ingerenza fosse in corso, la Nato ha deciso di intervenire, bombardando la Repubblica di Pale e ponendo fine al conflitto. La Russia di Putin non può essere sfidata direttamente: è la prima potenza nucleare del mondo e lo vuol dimostrare alla Nato.

E qui si arriva al secondo scandalo: il sorvolo della Gran Bretagna da parte di bombardieri russi. “Eravamo a St Eval – dice una testimone – quando abbiamo visto un grande aereo nero che sembrava una cisterna. Ci siamo chiesti: che succede? Stava volando lungo la linea dell’autostrada A30. Mentre continuavamo a guidare, il grosso aereo è tornato. Quando Claire (il maestro di guida della testimone, ndr) ha ripreso il controllo dell’auto, abbiamo visto un aereo argentato, che era il bombardiere Bear (bombardiere pesante russo, ndr). Stava volando sulla valle di St. Mawgan, non era al largo, sul mare, volava sulla vallata”. Tornata a casa, “Il mio compagno ha detto che c’erano bombardieri russi al largo della costa della Cornovaglia. E’ allora che sono andata online e ho visto lo stesso aereo che avevo avvistato. Non era sul mare, era sopra la valle di St. Eval, dove sono concentrate tutte le antenne radio, ho visto quella cosa volare sopra il territorio inglese”. La notizia ufficiale, fino a quel momento, parlava di due bombardieri Bear russi, arrivati al largo della costa della Cornovaglia e poi scortati dalla Raf fuori dallo spazio aereo britannico. Probabilmente sono arrivati molto più vicini a potenziali bersagli britannici. Il governo Cameron è sotto pressione e d’ora in avanti sarà costretto a dimostrare molta più determinazione. Ieri è stato sottoposto a un fuoco di fila di critiche alla Camera dei Lord, dove la Commissione per la Ue ha sottolineato come la politica estera dell’Unione abbia sottovalutato il pericolo russo, abbia assolutamente mal interpretato il comportamento del Cremlino, continuando a considerare la Federazione Russa come un partner e non capendo che l’adesione dell’Ucraina a un accordo di associazione avrebbe provocato una reazione da guerra fredda.

Guerra ibrida e guerra fredda sono due facce della stessa medaglia. E’ una realtà che stentiamo ad ammettere. Soprattutto i nostri governi non sanno ancora come gestirla.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:08