Hezbollah-Israele: no a una nuova guerra

L’attacco avvenuto nelle Fattorie di Shebaa e subito rivendicato da Hezbollah era prevedibile dopo il raid israeliano dello scorso 18 gennaio nel versante siriano delle Alture del Golan. Ne discutiamo con Emiliano Stornelli, Direttore del Programma Mediterraneo e Medio Oriente del Comitato Atlantico Italiano-Atlantic Treaty Association.

Cosa sta succedendo tra Hezbollah e Israele?

Israele teme che le operazioni di Hezbollah in Siria possano dirigersi anche contro il proprio territorio, mentre Hezbollah ha più volte perso uomini e armi a causa di raid israeliani sia in Siria che in Libano. La reazione di Hezbollah ha avuto luogo nei pressi delle Fattorie di Shebaa anche per sollevare l'attenzione internazionale sulla permanenza d’Israele nell’area.

Il Golan è diventato un altro punto caldo nella crisi siriana. Perché?

Jabhat al-Nusra e altri gruppi armati hanno preso il controllo di un’importante porzione di territorio nel Golan siriano lo scorso settembre. Il fatto che questi non siano stati colpiti mostra che Hezbollah al momento si trova in cima alle preoccupazioni di sicurezza israeliane. D’altro canto, il territorio perso a beneficio dei ribelli è d’importanza strategica per le operazioni di Hezbollah in Siria. Il Golan è destinato a essere teatro di tensioni e azioni militari anche nel prossimo futuro.

Possiamo aspettarci un conflitto come quello del 2006?

La crescente animosità potrà essere la causa di ulteriori scontri e attacchi, ma un’escalation che conduca a una guerra su vasta scala come quella del 2006 deve essere evitata. Una nuova guerra terminerebbe molto probabilmente con un’altra situazione di stallo senza vantaggi per nessuna delle parti in causa, se non gravi ripercussioni interne per il Libano e per Israele ancora più risentimento a livello regionale.

Cosa potrebbe frenare le due parti dall’intraprendere una nuova guerra?

Invocare un fronte unito dal Libano al Golan accresce le motivazioni della “resistenza”, ma le operazioni di Hezbollah in Siria e Libano risentirebbero inevitabilmente di una nuova guerra con Israele. Per quest’ultima le circostanze attuali sembrano essere favorevoli. Hezbollah è concentrato militarmente su Siria e Libano, e Israele può tenerne sotto controllo i movimenti e colpire quando ritiene opportuno. Il che è sicuramente meno impegnativo di una guerra su vasta scala. In prospettiva, la conflittualità continuerà presumibilmente a essere di bassa intensità del tipo “botta e risposta”, come è stato sinora. Tuttavia, il meccanismo delle reazioni a catena potrebbe scivolare di mano e dar luogo a un’escalation difficile da arrestare.

In questo contesto, la missione Unifil nel sud del Libano che ruolo può giocare?

Unifil può svolgere un ruolo importante per aiutare le parti a esercitare la massima moderazione. Fin dalla sua istituzione, la missione delle Nazioni Unite ha contribuito significativamente al mantenimento di una sostanziale stabilità nel territorio sotto il suo mandato, e tale sforzo può riflettersi positivamente anche sul Golan in coordinamento con la missione delle Nazioni Unite lì presente, Undof.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:58