Lager nordcoreani,   le verità nascoste

Convincetevi, compagni: in Corea del Nord "non ci sono lager, ma centri di detenzione dove le persone vengono convinte a migliorare i propri pensieri e ragionare sui propri errori". Ne è convinto l’alto funzionario nordcoreano Choe Myong-nam, alto funzionario del governo di Pyongyang, che lo ha dichiarato durante un'audizione sulla situazione dei diritti umani nel Paese che si è svolta alle Nazioni Unite. L’unico a credere a questa versione, nel mondo occidentale, è probabilmente il solo senatore Antonio Razzi, almeno stando alla sua ultima intervista rilasciata l’altro ieri a Radio 24, dove nega l’esistenza dei lager nordcoreani. Ma il resto del mondo è a conoscenza dell’arcipelago dei campi di concentramento nell’ultimo regime realmente comunista rimasto al mondo. A febbraio, infatti, un’apposita commissione dell’Onu, basandosi su 80 testimonianze di sopravvissuti ed ex guardie carcerarie, ha redatto un rapporto di quasi 400 pagine sui lager nordcoreani. E l’audizione a cui sono stati convocati i funzionari nordcoreani, fra cui Choe Myong-nam, riguardava proprio quel rapporto.

Quella nordcoreana è "una società in transizione – ribadisce il signor Choe - e per questo possono esserci dei problemi. Potremmo aver bisogno di costruire altre case o creare migliori servizi sociali per dare alla gente condizioni di vita migliore". Una transizione lunga e fallimentare verso il comunismo, a giudicare dai risultati. Il numero di morti per fame si aggira, a seconda delle stime, fra il milione e mezzo e i tre milioni nell’ultimo ventennio. “Merito” della politica agricola collettivista del regime. I campi di concentramento non sono un incidente di percorso, ma parte integrante del sistema. Come nell’Urss ai tempi di Stalin, hanno un doppio ruolo: eliminare i dissidenti politici (e tutti gli appartenenti alle loro famiglie, o anche solo alla loro classe sociale) e sfruttare il loro lavoro forzato per costruire infrastrutture civili e militari. Tutti i lavori più malsani, duri e rischiosi sono infatti affidati ai nuovi schiavi, costretti a lavorare per 15 e anche 18 ore al giorno. L’occasione per “migliorare i propri pensieri” viene data loro nelle sessioni di rieducazione, che si sostituiscono alle pause di lavoro. Sessioni in cui i prigionieri devono denunciarsi a vicenda, tradirsi e mandarsi a morte. Fucilazioni sommarie, crudeli punizioni fisiche e torture sono all’ordine del giorno. Tutto questo fa parte del duro programma di “transizione” verso il comunismo, come in tutti i precedenti esperimenti di socialismo reale. Serve a creare “l’uomo nuovo”, per chi sopravvive.

A conclusione del rapporto Onu pubblicato a febbraio, il giudice australiano Michael Kirby, parte della commissione che l’ha redatto, aveva dichiarato: "Il mondo non può addurre l'ignoranza come scusa per aver fallito nel porre fine alle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. Al termine della Seconda Guerra Mondiale molti hanno detto che se solo avessero saputo avrebbero agito. Adesso il mondo sa. Non c'è nessuna scusa". È precisamente questa ignoranza che i rappresentanti coreani (e i loro pochi amici italiani) vogliono diffondere, per evitare che qualcuno chieda di agire.

Gli ottimisti fanno notare che la sola presenza di funzionari nordcoreani all’Onu, per discutere di diritti umani, sia un segno di grande apertura, senza precedenti. Gli analisti del regime ritengono che questa “grande apertura” vada letta, assieme alla visita di una super-delegazione del regime di Pyongyang (alla chiusura dei Giochi Asiatici), come un segnale di cambiamento in corso. E la causa potrebbe essere l’assenza dalla scena pubblica del dittatore Kim Jong-un, di cui non si sa più nulla dal 3 settembre scorso.

Probabilmente chi studia i regimi totalitari è talmente assuefatto all’orrore e alla violenza che si accontenta di qualche stretta di mano e di qualche comparsata all’Onu per parlare di possibili grandi svolte. Fatto sta, però, che la Corea del Nord ha i suoi lager. E non lo nega. Vogliamo rendercene conto?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:49