Senza alcun preavviso, l’antica istituzione del califfato rimasta a lungo impotente è tornata a vivere il 29 giugno 2014. Cosa lascia presagire ciò? Il concetto classico del califfato – ossia di un unico successore di Maometto che governa uno Stato musulmano unificato – è durato poco più di un secolo ed è sparito con la comparsa di due califfi nel 750. Il potere del califfato crollò intorno al 940. Dopo una prolungata esistenza buia, l’istituzione scomparve del tutto nel 1924. Gli unici tentativi successivi di riportarlo in vita furono irrilevanti, come ad esempio il cosiddetto Kalifatsstaat (Stato del Califfato) a Colonia, in Germania. In altre parole, il califfato è rimasto inattivo per circa un millennio e inesistente per quasi un secolo.
Il gruppo denominato lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria ha conquistato a giugno la città di Mosul, con una popolazione di 1,7 milioni di abitanti; giorni dopo, ha adottato il nome Stato islamico e ha proclamato il ritorno del califfato. La sua capitale è la storica città di Raqqa, in Siria (di appena 220mila abitanti), che non a caso è stata la capitale del califfato sotto Harun al-Rashid per tredici anni. Sotto l’autorità di un iracheno di nome Ibrahim Awwad Ibrahim, il nuovo califfato nutre l’ambizione sfrenata di governare il mondo intero (“Oriente e Occidente”) e di imporre a tutti una forma di legge islamica primitiva, fanatica e violenta.
Prevedo che lo Stato islamico, nonostante la sua spettacolare ascesa, non sopravvivrà “di fronte alle ostilità dei paesi vicini e delle popolazioni sottomesse, non durerà a lungo”. Allo stesso tempo, credo che lascerà un retaggio. A prescindere da quanto sia rovinosa la sorte del califfo Ibrahim e della sua banda feroce, essi hanno resuscitato con successo un’istituzione centrale dell’Islam rendendo di nuovo il califfato una realtà vibrante. Gli islamisti di tutto il mondo faranno tesoro del suo momento di gloria brutale e trarranno ispirazione da questo.
Guardando al futuro, ecco una mia previsione più specifica per il retaggio che lascerà l’attuale califfato. In primis, ora che il ghiaccio è stato rotto, altri islamisti ambiziosi agiranno in modo più ardito proclamandosi califfi e potrebbero proliferare in diverse aree geografiche dalla Nigeria alla Somalia, all’Afghanistan, fino all’Indonesia e oltre.
La proclamazione di un califfato ha delle conseguenze importanti: lo rende appetibile per i jihadisti da un capo all’altro dell’umma (la comunità musulmana mondiale) e lo obbliga ad assumere il controllo assoluto del territorio.
Dalla scomparsa ufficiale del califfato ottomano avvenuta nel 1924, lo Stato saudita ha assunto un ruolo di semi-califfato. Con la nascita del califfato di Raqqa, il sovrano saudita e i suoi consiglieri saranno molto tentati a proclamare la loro versione di califfato. Se l’attuale “Custode delle due sacre moschee” (come ama essere chiamato il sovrano saudita), che ha appena compiuto 90 anni, non asseconda questa pretesa, i suoi successori, invece, potrebbero farlo, diventando così il primo califfato istituito in seno a uno Stato riconosciuto.
La Repubblica islamica dell’Iran, la grande potenza sciita, potrebbe fare la stessa cosa, non volendo essere sconfitta dai sunniti di Riad, diventando in tal modo il secondo stato califfale ufficiale. Questa profusione di califfi aggraverà ulteriormente l’anarchia e le ostilità intestine fra le popolazioni musulmane.
Poi comincerà rapidamente la disillusione. I califfati non garantiranno la sicurezza personale, la giustizia, la crescita economica né le conquiste culturali. Uno dopo l’altro, questi Stati universali auto-proclamati crolleranno, saranno invasi o rinunceranno alle loro pretese troppo ambiziose.
Questa follia di proclamare la nascita di un califfato avrà fine nel giro di qualche decennio, con un ritorno alle condizioni antecedenti al 29 giugno 2014. Col senno di poi, l’insorgere califfale, sembrerà un’anomalia anacronistica, un ostacolo alla modernizzazione dell’umma e un brutto sogno.
In breve, la proclamazione del califfato il 29 giugno scorso è stato un evento importante. Ma il califfato è un’istituzione obsoleta, la cui rinascita lascia presagire tanti traumi.
Traduzione di Angelita La Spada
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:50