Fejgan e l’opposizione   russa e ucraina

La situazione dello stato della democrazia e il rispetto dei diritti umani in Russia non riguarda solo la politica interna di questo paese ma investe anche i confini europei soprattutto con la situazione Ucraina che continua a sconvolgere i confini dell’Europa. Intervistiamo Mark Fejgan, avvocato russo, membro dell'opposizione politica, attualmente legale di Mustafa Dzhemilev, già Presidente del parlamento dei Tatari della Crimea. Mark conosce approfonditamente il ruolo della propaganda russa e i problemi dei cittadini della Crimea, con particolare attenzione al popolo dei tatari.

C’è chi ritiene che in Italia notizie dettagliate e obiettive sulla questione ucraina non vi siano. Specificando, molti attivisti, delle organizzazioni per i diritti umani ritengono, con segnalazioni di avvenimenti specifici, che l’informazione in Italia e in generale nel continente europeo, sia filtrata dalla propaganda russa. Cosa pensa dell’informazione italiana sul grado di conoscenza e sull’obbiettività di tale conoscenza riguardante il conflitto in corso in Ucraina?

Non credo che il livello di comprensione in Italia dei problemi legati ai diritti umani in Russia sia molto diversa da quella degli altri paesi dell'Europa occidentale. Alcune distorsioni di queste immagini sono il risultato sia della propaganda del Cremlino sia la generale mancanza europea di interesse verso i problemi dei paesi dell'ex Unione Sovietica. Forse solo i recenti drammatici eventi di Euromaidan a Kiev e l'aggressività di Mosca in Crimea e nella parte orientale dell'Ucraina hanno in qualche modo innescato l'interesse dei politici italiani verso i problemi di cui parlavo poc’anzi. La consapevolezza del fatto che l'Europa, come comunità di paesi politicamente democratici ad economia di mercato, sta affrontando un regime autoritario asiatico rappresentato dalla Russia è vincolata dal fatto di rendere l'Italia e i suoi alleati in funzione di proteggere gli interessi della propria area. Per capire obiettivamente cosa sta succedendo in Ucraina, è preferibile non fare affidamento a tutte le informazioni provenienti dalla Russia. La sua perversione e l’inganno hanno raggiunto un livello incredibile. Purtroppo, anche Internet è soggetto a una filtrazione approfondita che le informazioni diffuse attraverso di esso servono piuttosto agli obiettivi di propaganda rispetto a quelli della libertà di stampa. Sarebbe una buona idea affidarsi a organizzazioni e persone che hanno una notorietà autonoma dal regime.

Nel 2011 lei annunciò la nascita di un partito di opposizione al regime di Putin, ma immediate furono le notizie riguardanti un controllo massiccio da parte della polizia dei leader dell’opposizione. Cosa pensa dello stato di democrazia in Russia? Quali sono le problematiche maggiori degli esponenti politici all’opposizione?

Dopo l'ascesa del movimento di protesta nel 2011-2012, lo stato attuale della opposizione russa è caratterizzata da profonda stagnazione politica. Le repressioni lanciate contro l'opposizione hanno avuto effetto: gli attivisti sono intimiditi, molti di loro sono emigrati, la maggior parte dei manifestanti sono inattivi. Quello che resta sono alcune individualità che continuano a resistere al regime. L'opposizione è a tale situazione poiché ha calcolato male la robustezza e l'astuzia del regime di Putin. I leader della protesta non hanno fatto bene i conti. Hanno dimostrato coraggio personale e carattere ma con assoluta miopia politica. Come risultato, la maggior parte della gente è delusa. Ciò di cui abbiamo bisogno è di spianare la strada per il futuro senza commettere gli errori precedenti. Forse, la crisi ucraina e le occupazioni prossime di Putin creeranno nuove opportunità di auto-organizzazione dell'opposizione politica.

Lei è stato tra i difensori delle Pussy Riot, passate alla storia per il loro attivismo nella tutela dei diritti umani e nella difesa dei diritti delle donne, e per questo è stato minacciato di essere cancellato dall’albo degli avvocati e di veder ritirato il passaporto. Ci descrive meglio cosa è accaduto?

Il caso delle Pussy Riot, così come in tutti gli altri casi politici di questo tipo ha visto i servizi segreti concentrati (ci chiamiamo sostenitori politici) su un lavoro di repressione sui sostenitori di tali movimenti. Purtroppo, uno dei membri del gruppo ha deciso una tacita cooperazione con i servizi segreti in cambio della sostituzione della reclusione con la sospensione condizionale della pena. Dopo che gli altri due membri del gruppo erano stati liberati dal “campo di lavoro”, si è rifiutato di collaborare con i servizi segreti, ma mentre era ancora imprigionato, i servizi segreti sono riusciti a creare un'impressione distorta di tutti i sostenitori politici dell’opposizione in Russia. Devo aggiungere che gli insulti in pubblico, le minacce, a me e ai miei colleghi sono normale prassi quotidiana nella Russia di oggi.

Molte organizzazioni internazionali come l’Unpo e il Partito Radicale Transazionale hanno espresso preoccupazione per la situazione della Crimea e in particolare per la minoranza dei tatari residenti in questa regione. Secondo i rappresentanti della minoranza tatara dopo il boicottaggio dei tatari al referendum indetto il 16 Marzo è aumentata la preoccupazione per l'esplodere di atti criminali verso tale comunità. I rappresentati tatari sottolineano che negli ultimi mesi migliaia di persone, per la prevalenza tatari, con una grande percentuale di donne e bambini, hanno lasciato la penisola per recarsi verso l'Ucraina continentale. Cosa accade in Crimea? Perché i tatari dopo le deportazioni sovietiche, che iniziarono il 18 Maggio del 1944, tornano a soffrire?

In Crimea più che parlare di un duro regime di controllo e di repressione, semplicemente non vi è il sostegno della popolazione con l'occupazione della penisola da parte delle forze russe. In primo luogo, si tratta dei tatari di Crimea definiti come cittadini inaffidabili. Mosca teme la ripetizione dello scenario avutosi in Cecenia all'interno del nuovo soggetto della federazione. Il Cremlino non ha l'energia per una nuova guerriglia come quella caucasica. Ecco perché l’abbandono dei tatari dal territorio della Crimea è uno degli strumenti della politica del Cremlino nei confronti dei potenziali ribelli. I tatari di Crimea non sono mai stati fedeli al vecchio impero russo, così come accadde nell’ URSS e sono considerati dal governo della Federazione russa come una fonte di potenziale minaccia. Questo è il motivo per cui il governo russo sta imponendo tali misure.

L'Unpo spera di vedere e sentire la comunità internazionale manifestare il suo pieno e concreto sostegno alla Crimea e ai tatari incoraggiandoli a continuare la loro lotta non violenta verso il ripristino dei fondamentali diritti umani e civili. Cosa chiede alla Comunità internazionale e cosa potrebbe fare l’Unione Europea?

L'unico modo per la Comunità Europea di evitare un nuovo forzato esodo dei tatari di Crimea dalla penisola è quello di imporre sanzioni più severe al Cremlino. Non esistono altri modi non violenti ed accettabili ad oggi. Il governo considera la minaccia delle sanzioni come sbilanciamento tra la stabilità sociale e l'indifferenza politica dei mass-media russi. La volatilità di questo equilibrio può portare ad un'esplosione. Le sanzioni sono la fonte di questa potenziale esplosione. Convenzionalmente parlando, l’embargo petrolifero e del gas avrebbe rovinato il regime di Putin, e per evitare di trovarsi in una situazione del genere, il Cremlino farà qualche concessione, comprese quelle riguardanti la questione dei diritti umani in Crimea.

Secondo lei gli Ucraini sono pronti per un ingresso nell’Unione Europea? Come guarda a tale proposta?

Sì, gli ucraini sono pronti a combattere per l'integrazione europea. Quale altra nazione dell'Europa orientale ha mostrato un desiderio così forte per l’entrata in Europa? Per l'Ucraina, l'integrazione europea come processo, non è una questione di benessere; è una questione di sopravvivenza come nazione politica. Credo che l'Europa troverà il modo per accelerare questo processo e basare le sue decisioni, non solo sui suoi interessi economici, ma anche sulla comprensione della sua missione nel continente europeo.

La battaglia sul futuro dell'Ucraina resta imprevedibile e potrebbe modificare anche la situazione interna alla Russia. Quali passi dovrebbero compiere gli attivisti per i diritti civili della Russia e dell’Ucraina per cercare di innescare cambiamenti propositivi nei due stati?

Gli ucraini hanno già fatto molto. Due rivoluzioni, quelle del 2004 e quella del 2014, un lavoro immenso nel loro cammino verso la libertà, il resto tocca ora alle forze politiche. Per quanto riguarda gli attivisti dell'opposizione russa, non sono che all'inizio della lotta. In realtà, l'esempio ucraino potrebbe diventare cruciale per loro. Questa esperienza è possibile implementarla, anche nella Russia autoritaria di oggi. Ci vuole solo pazienza e risolutezza.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:47