Volo MH17, varie   ipotesi di massacro

Avevano postato una foto su Facebook dell’aereo della Malaysia Airlines, prima di imbarcarsi: “Nel caso sparisca”, era scritto nel commento. Erano una coppietta olandese in vacanza, una delle tante, due fra le 298 vittime di un aereo che è sparito per davvero, sui cieli dell’Ucraina orientale.

È una tragedia internazionale. C’era quasi tutta l’Europa (anche un italo-olandese) a bordo, assieme a un pezzo di Asia. Quasi duecento (189) olandesi, 27 australiani, 44 malesi, 12 indonesiani, 9 britannici, 4 tedeschi, 4 belgi, 3 filippini, un canadese e un neozelandese. Degli altri passeggeri resta ancora ignota la nazionalità. Fra le vittime è scomparso anche uno dei campioni della lotta all’aids, il professor Joep Lange, ex presidente dell’International aids society. Volava assieme a un centinaio di attivisti, ricercatori e medici, diretti a un convegno internazionale a Melbourne, Australia. L’Olanda è in lutto. Piange le sue vittime, quasi duecento, la maggioranza assoluta: bandiere a mezz’asta, celebrazioni spontanee di lutto all’aeroporto Schiphol di Amsterdam, tutti gli impegni della famiglia reale sono stati annullati.

Il volo Mh17 della Malaysia Airlines è stato abbattuto (non è un guasto, non ci sono ipotesi di bomba a bordo) sui cieli dell’Ucraina orientale, in piena zona di guerra. Nonostante si combatta, quello spazio aereo non è stato chiuso al traffico civile. Volava a una quota di 10mila metri quando è stato colpito da “qualcuno” ed è sparito dai radar. I frammenti dell’aereo sono stati trovati, sparsi fra i cortili delle abitazioni di campagna, nei pressi di Donetsk. Che cosa sia successo è ancora poco chiaro. L’agenzia Ria Novosti è stata rapida nel diffondere la versione russa dell’accaduto: un caccia ucraino avrebbe abbattuto l’aereo di linea, a distanza ravvicinata. L’aereo militare sarebbe poi stato a sua volta abbattuto dagli irregolari pro-russi. Questa versione dei fatti, diffusa subito anche dai media italiani filo-Putin, nel corso della giornata successiva non è stata corroborata da alcuna prova. Non sono spuntati tracciati radar compromettenti (la prima fonte di documentazione di uno scontro aereo in alta quota), né questa versione è stata fatta propria dall’ambasciatore russo all’Onu, Vitalij Churkin, nel corso del suo intervento al Consiglio di Sicurezza: egli ha, sì, addossato la responsabilità sul governo di Kiev, ma perché quest’ultimo ha permesso a un aereo civile di volare in una zona di guerra.

Ben più compromettenti, anche se ancora da verificare, sono le intercettazioni telefoniche subito diffuse dal governo di Kiev per incolpare i separatisti pro-russi. In ben due conversazioni distinte, infatti, i guerriglieri pro-russi rivendicano l’abbattimento di un aereo, credendolo un Antonov An-26 dell’aviazione ucraina.

Nella seconda conversazione resa disponibile dal governo di Kiev, si può percepire tutta l’angoscia della scoperta: i frammenti di aereo erano quelli di un volo civile non di un velivolo militare. Queste intercettazioni, è bene ripeterlo, devono ancora essere verificate da un’indagine indipendente. Così come vanno verificate le pagine dei social network e di riviste online del governo pro-russo dell’Ucraina orientale, dove sono state postate le prime foto dell’abbattimento, rivendicato come un legittimo atto di guerra: si credeva ancora che fosse un Antonov An-26.

Tutte queste pagine online sono state rapidamente cancellate, ma i media ucraini hanno pensato bene di fotografarle prima che scomparissero e ripubblicarle online. I russi hanno dichiarato, da subito, che abbattere un aereo a 10mila metri di quota fosse tecnicamente impossibile per i separatisti. Tuttavia, anche questa versione è stata smentita da altre foto mandate in tempi non sospetti sui social network, in cui sono ritratti sistemi anti-aerei Sa-11, capaci di raggiungere anche quella quota. Tutti questi dati sono stati portati all’Onu dall’ambasciatore ucraino.

L’Amministrazione americana non sembra aver dubbi sui colpevoli. In conferenza stampa, il presidente Barack Obama ha chiaramente detto che l’aereo è stato abbattuto da un missile, che la rampa del missile fosse in un territorio controllato dalle milizie pro-russe, che l’esercito regolare russo rifornisce gli irregolari con armi pesanti, fra cui anche i missili Sa-11.

L’intervento di Obama si conclude con la richiesta di un’indagine internazionale e imparziale (per cui anche la Russia ha dato la sua disponibilità) ma il presidente degli Stati Uniti sembra conoscere già perfettamente la nazionalità dei colpevoli.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:44