Hamas e Israele,   chiarezza morale

Due secoli fa, il grande poeta tedesco Goethe disse: “La cosa più difficile da vedere è quella che si trova davanti ai propri occhi”. E’ vero oggi quanto lo era allora.

La differenza tra Hamas e Israele non potrebbe essere più grande, eppure non si direbbe, a sentir parlare alcuni commentatori. Per il Movimento Non Allineato si tratta esclusivamente dell’innocenza di Gaza e delle colpe di Israele. Un bel giorno, non avendo nient’altro da fare se non cercare un modo di provocare la serena e pacifica Gaza governata da Hamas, i grossi e cattivi israeliani decisero di attaccare. Per una bella fetta dei media, si tratta soprattutto del racconto della sofferenza palestinese per colpa della macchina militare di Israele. Per i manifestanti a Francoforte in Germania sabato scorso e a Parigi domenica, si trattava di mettere sullo stesso piano Israele e la Germania Nazista. E’ una perfetta illustrazione dell’inversione di causalità. Hamas ha innescato una guerra ma questo è stato dimenticato da tempo, se mai sia stato detto. Adesso si tratta di concentrarsi esclusivamente sulla sofferenza di coloro che sono in primo luogo i responsabili del conflitto. Sicuramente Goethe aveva ragione. Ci sono coloro i quali non possono, o no vogliono, vedere quel che è dinnanzi a loro.

Sono d’intralcio i paraocchi ideologici. Oppure è una lacuna dell’immaginario riguardo la vera natura di Hamas. O forse è l’ingenuità che permette alle persone di credere in qualunque cosa venga sfornata dalla macchina della propaganda di Hamas. Oppure, in alcuni casi, si tratta di assoluta ostilità nei confronti di qualunque cosa venga fatta da Israele, lo stato Ebraico.

E’ giunto il momento della chiarezza morale, non della nebbia morale. Hamas è una organizzazione terroristica. Questa è la sua designazione ufficiale per gli Stati Uniti, l’Unione Europea, l’Australia, il Canada, ed altri. Israele è una nazione democratica con una magistratura independente, lo stato di diritto, elezioni libere ed imparziali, ed una robusta società civile. Hamas è anti-Occidentale, anti-Cristiana (e, cosa che non ci sorprende, anti-Semita), anti-gay, misogina e anti-intellettuale. Israele è l’esatto opposto. Dire che Hamas nutre ambizioni territoriali nei confronti di Israele sarebbe un eufemismo. Il fatto è che vorrebbe rimpiazzare Israele con uno Stato governato dai Fratelli Musulmani.

Israele non ha nessuna ambizione territoriale nei confronti di Gaza governata da Hamas. Al contrario, Israele ha effettuato il ritiro totale nove anni fa, nella speranza di non doverci mai più ritornare. Hamas ha un tornaconto personale nell’utilizzo di Gaza quale base per lo scontro permanente con Israele. Israele, la quale - ahimè - non può cambiare la sua geografia, ha un tornaconto personale nell’avere sul proprio confine uno stato pacifico, moderato e in pieno sviluppo. Hamas, leader unico di Gaza dal 2007, ha passato gli ultimi sette anni a trafficare in armamenti ed a sviluppare forza militare, invece che a costruire le fondamenta di uno stato responsabile.

Sapendo che questo arsenale è stato accumulato al solo scopo di essere usato contro di essa, Israele sta provando, come farebbe qualunque nazione, ad evitare che Hamas raggiunga il suo scopo di morte. Hamas non si fa nessun problema a dislocare armi e cellule terroristiche all’interno di località di Gaza popolate da civili, sapendo bene che Israele non avrebbe altra scelta se non quella di sembrare di voler prendere di mira gente “innocente”. Israele prende precauzioni inaudite per evitare di cadere nella trappola di Hamas, arrivando a telefonare e sganciare volantini per avvisare i civili di lasciare per tempo le aree nel mirino.

Hamas avvisa cinicamente la popolazione civile di rimanere dove si trova, di non muoversi quando Israele avverte di un attacco imminente. Ben vengano sempre più vittime palestinesi, per quanto riguarda Hamas. Israele fa tutto il possibile per avvertire la sua intera popolazione - ebraica, cristiana e musulmana - degli attacchi missilistici di Hamas, e cerca di farli arrivare nei rifugi il più presto possibile. Hamas usa le moschee come deposito di armi. Israele usa i luoghi di culto, incluse le moschee, esclusivamente per le preghiere. Hamas usa le scuole come deposito di armi. Israele usa le scuole esclusivamente per educare i suoi figli - ebrei, cristiani e musulmani. Hamas usa gli ospedali come avamposti terroristici. Israele usa i suoi ospedali solo per curare malati e feriti, ivi inclusi i residenti di Gaza se non dovessero trovare cure adeguate all’interno del loro territorio. Hamas aspira ad uccidere quanti più israeliani possibile, lanciando razzi in maniera indiscriminata in tutte le direzioni. Israele cerca solo di trovare le infrastrutture terroristiche di Hamas, annullando numerose operazioni quando il rischio di fare vittime civili sarebbe troppo grande. Hamas, come ampiamente dimostrato dai fatti, non ha nessun rimorso nel falsificare informazioni e fotografie, organizzare messinscene, e gonfiare i numeri per sostenere la propria testi dinanzi al resto del mondo. Israele, al contrario fa tutto il possibile per verificare le informazioni che rilascia riguardo le sue operazioni, al punto a volte di trovarsi in affanno nella “gara mediatica”.

I sostenitori di Hamas esplodono di gioia quando gli obiettivi israeliani vengono colpiti. Gli israeliani non suonano il clacson, non sparano per aria e non regalano caramelle quando fanno quello che vorrebbero tanto non dover fare per nulla, ed esprimono il loro rimorso quando accadono gli errori che sono inevitabili nei conflitti armati. Hamas non saprebbe neanche come si scrive “leggi umanitarie internazionali”, figuriamoci rispettarle. Le forze di difesa israeliane inseriscono specialisti in leggi umanitarie internazionali all’interno di ogni unità per cercare di garantire la massima conformità ad esse. Hamas strilla dai tetti che Israele è un nemico brutale. Israele, al contrario di qualunque nazione nel mirino nella storia, fornisce - in questo preciso istante - fino al 70 per cento dell’elettricità necessaria a Gaza e gran parte del carburante e dei generi alimentari, persino mentre centinaia di razzi vengono sparati da Gaza verso Israele. Hamas celebra la morte, cosa che pochi occidentali riescono a capire. Israele celebra la vita, cosa che tutti gli occidentali dovrebbero capire.

(*) Direttore esecutivo dell’American Jewish Committee 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:49