Il Sahara Occidentale a Palazzo Madama

Un’ importante iniziativa per la conoscenza e la diffusione dei diritti umani si è svolta il 13 giugno scorso presso il Senato della Repubblica Italiana. Il “Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe”, in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi e Amnesty International, ha ribadito la grave situazione umanitaria dei territori del Sahara Occidentale chiedendo a gran voce il rispetto dei trattati internazionali sulla tutela dei diritti umani ratificati dal Marocco. Come riportato dall’Agenzia di stampa Agenparl, “il Marocco deve attenersi agli standard internazionali per il rispetto dei diritti umani enumerati nei trattati ratificati, che includono la cessazione della tortura e di altri maltrattamenti, il diritto alla libertà d’espressione, di associazione, di riunirsi in assemblee e il diritto ad un giusto processo”.

Il senatore Stefano Vaccari, presidente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi, ha ribadito di “aver posto con forza il tema della reiterata violazione dei diritti umani chiedendo all’Onu una scelta di campo. Il rapporto del segretario generale dell’Onu sul Sahara Occidentale al Consiglio di Sicurezza era molto chiaro, ma la risoluzione finale non è stata così coerente. Una manciata di militari in più rispetto alla dotazione della Minurso non ci pare una misura efficace per la gravità della situazione” e “la mozione approvata nell’aula del Senato nell’aprile del 2013 non è stata fatta contro qualcuno, ma per la risoluzione di un conflitto che giace irrisolto da troppo tempo”.

La missione Minurso è l’unica missione delle Nazioni Unite presente sul luogo, ma senza mandato per il monitoraggio dei diritti umani, come invece ha espressamente richiesto il Robert F. Kennedy Center. Il presidente del Robert F. Kennedy Center, Kerry Kennedy, in una nota ha dichiarato che “per decenni nel Sahara Occidentale la popolazione è stata soggetta a ripetute violazioni dei diritti umani. Il governo marocchino continua ad utilizzare la violenza per reprimere i moti di protesta pacifici, maltrattare i prigionieri politici e condannare attivisti per i diritti umani con processi farsa. Il Marocco deve attenersi agli standard internazionali per il rispetto dei diritti umani enumerati nei trattati ratificati, che includono la cessazione della tortura e di altri maltrattamenti, il diritto alla libertà d’espressione, di associazione, di riunirsi in assemblee e il diritto ad un giusto processo”.

Il Robert F. Kennedy Center nel 2008 conferì all’attivista Aminatou Haidar, simbolo della battaglia non violenta nel Sahara Occidentale per l’affermazione dei diritti del popolo Saharawi, il riconoscimento “Robert F. Kennedy Human Rights Award” e da allora continua a collaborare al lavoro del Center. Alla tavola rotonda svoltasi al Senato hanno partecipato, oltre al senatore Stefano Vaccari, presidente dell’Intergruppo Parlamentare di Amicizia con il Popolo Saharawi; Anna Bozzo, docente di Storia dei Paesi Islamici dell’Università Roma Tre e membro onorario del Réseau Euro-Méditerranéen des Droits de l’Homme – Euro Mediterranean Human Rights Network; Fatima Mahfud, rappresentante del popolo Saharawi a Roma e le registe del film-documentario “Solo per farti sapere che sono viva”: Emanuela Zuccalà e Simona Ghizzoni. Il documentario, che è stato proiettato prima della tavola rotonda, racconta la violenza subita dalle donne Saharawi e l’impatto sulle loro vite. Un viaggio attraverso il deserto, nel Sahara Occidentale e nel sud dell’Algeria, per scoprire, attraverso gli occhi e le voci di queste donne, la storia dimenticata del popolo Saharawi.

Il Robert F. Kennedy Center ha richiesto un’investigazione per le torture subite dai prigionieri e ha chiesto che il Governo marocchino riferisca sull’utilizzo delle Corti militari nei processi civili. All’iniziativa ha partecipato anche il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, il quale ha concordato sulla necessità di affidare alla Minurso un forte mandato sui diritti umani. Egli ha ricordato inoltre come manchino ancora approfondite indagini sulle violazioni dei diritti umani del passato e di come la tortura sia ancora praticata oggi e resti, in larga parte, impunita.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:45