L’impegno della Niaf per lo studio in Usa

Questa settimana la nostra intervista racconta una storia di bellezza. Quattro diverse belle cose, in realtà. La prima bellezza è la donazione di 500mila dollari lasciata dall’italoamericano Ernest L. Pellegri, uno dei donatori della Niaf (The National Italian American Foundation). Pellegri è scomparso nell’aprile del 2012, all’età di 83 anni. Voleva lasciare qualcosa del suo patrimonio “to give back”, e - come molti altri italoamericani hanno fatto e continuano a fare - ha scelto la Niaf come canale della sua generosità. La seconda bellezza è la Niaf: che fin dal primo giorno è stata efficace e competente nella realizzazione di programmi e borse di studio per aiutare e promuovere in vari modi l’Italia e gli italiani negli Stati Uniti. La terza bellezza è data dai numerosi programmi organizzati da tanto tempo da molte università americane (rappresentate in questo caso dall’Università del Maryland) per descrivere ed insegnare a migliaia di studenti americani il magnifico patrimonio d’arte, la cultura e gli studi relativi all’Italia. La quarta bellezza, in questi giorni più che mai possiamo chiamarla “La Grande Bellezza”, è il patrimonio italiano di meraviglia e splendore: un orgoglio per tutti gli italiani, in tutto il mondo.

Abbiamo chiesto ad Anita Bevacqua McBride, presidente della commissione Istruzione e borse di studio della Niaf, di parlare con noi di queste bellezze. È anche, per coloro che qui in Italia la vorranno cogliere, una straordinaria descrizione di quanto funzioni meravigliosamente in America il modello di sovvenzione privata all’educazione. Come amanti dell’Italia, degli Stati Uniti e del loro rapporto speciale, siamo grati ad ognuno dei soggetti coinvolti in questo fantastico progetto. Mrs. Bevacqua, ci dica qualcosa su questo progetto.

Questo è davvero il più grande lascito destinato all’insegnamento universitario nella storia della Niaf?

Sì, lo è. Avere l’opportunità di essere parte di un così grande dono, così da poterlo destinare ad un singolo progetto, è molto emozionante. Questa donazione ci permette di concedere una sovvenzione ad una sola università di grande livello: ha un impatto decisamente maggiore per un determinato periodo di tempo. Noi abbiamo dato altre sovvenzioni così grandi, ricordo ad esempio i 500mila dollari per il programma italiano “Advanced Placement” (AP); ma in quel caso si trattava di un progetto che si rivolgeva a varie scuole, in tutto il Paese, che insegnano italiano. Questa donazione invece è unica perché va a una singola università per un programma specifico.

Come avete selezionato l’Università destinataria della somma? Di cosa si occupa questo programma?

Prima di tutto, come parte del nostro criterio decisionale abbiamo voluto identificare un programma universitario eccezionale riguardante il latino ed i classici. Abbiamo pubblicato un bando a livello nazionale e anche per l’Italia. La proposta comprendeva una serie di requisiti che sarebbero stati valutati nel processo di revisione. Stavamo cercando una scuola con la capacità di progettare e attuare un vasto programma: alcuni criteri fondamentali erano il numero degli studenti che si sarebbero raggiunti, la competenza della facoltà che avrebbe portato avanti il programma, un bilancio ben documentato e una solida strategia di sensibilizzazione di marketing. Abbiamo anche analizzato la compatibilità con la missione della Niaf, di promuovere la cultura italiana negli Stati Uniti ma anche i legami tra i nostri due Paesi. Venticinque università hanno i loro progetti, sia dagli Stati Uniti che dall’Italia. Questa risposta ha dimostrato che c’è un notevole interesse negli studi romani e classici. La proposta dell’Università del Maryland è stata scelta non solo a causa del suo forte programma a favore dei classici e dell’archeologia romana, ma anche perché studia e descrive molto bene in che modo le antichità romane hanno influenzato i Padri Fondatori degli Stati Uniti nello sviluppo dei documenti, dell’arte e dell’architettura americani. Abbiamo pensato che fosse un legame perfetto tra l’Italia e Stati Uniti, che completa la nostra missione nella direzione del lascito di Ernest L. Pellegri.

Quanti studenti saranno coinvolti?

Fino a 20 studenti di livello post-laurea e di livello universitario saranno parte del programma, ogni anno. Si tratta di una erogazione pluriennale, il progetto è previsto per una durata di cinque anni. Uno degli altri componenti importanti è che l’Università del Maryland ha un programma ben funzionante che porta i suoi studenti laureati nelle scuole superiori del Maryland, per sostenere gli studi del latino presso i ragazzi più giovani. Noi crediamo che raggiungendo gli studenti delle scuole superiori e incoraggiando il loro interesse in questo campo, rafforzeremo la possibilità di ampliare gli studi universitari quando questi studenti saranno più grandi. Ora che questo contributo è stato assegnato, l’Università del Maryland sta sviluppando il materiale necessario per incoraggiare gli studenti ad iscriversi a questo programma. Stiamo aspettando con impazienza di vedere quanti studenti potranno usufruirne.

L’Università del Maryland ha un campus qui in Italia?

No, non hanno un campus in Italia, ma quello che hanno, e questo è un altro motivo per cui li abbiamo scelti, è un progetto di ricerca archeologica e storica di lunga data a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Lavorano a questo progetto dal 2004: è un piccolo ma continuo programma di ricerca archeologica e di progettazione architettonica e l’Università di Napoli è uno dei loro partner.

Sembra che questo interesse degli studenti americani per il latino, l’archeologia e l’antica civiltà romana sia veramente forte. Questa non è esattamente l’idea che abbiamo in Europa sullo studente medio americano - ma naturalmente ci sbagliamo. Come può l’Italia migliorare lo scambio in questo campo?

La nostra commissione era molto felice di vedere il livello di interesse dimostrato da tante università americane su questo argomento. Lo studio delle antiche civiltà e della politica comparata è importante per gli studenti non solo per comprendere lo sviluppo del nostro Paese, ma anche degli altri nel mondo. Viviamo in una società globale, che è sempre più interconnessa ed evidente nel curriculum nelle nostre scuole. Io stessa ho un figlio che frequenta una scuola cattolica qui a Washington. La scuola richiede lo studio latino per tre anni, con lo scopo di comprendere l’influenza di questo linguaggio sulla nostra cultura e su quella degli altri.

La Niaf ha donato per borse di studio e programmi scolastici una quantità incredibile di denaro nei suoi quasi 40 anni. È così?

Sì, in realtà abbiamo donato milioni di dollari nei nostri 39 anni di storia. Questo è il risultato dei contributi dei nostri generosi associati, sia con i fondi raccolti durante gli eventi Niaf così come per le importanti donazioni come quella lasciata in eredità da Ernest L. Pellegri. I nostri donatori hanno fiducia in noi perché sanno bene che useremo i fondi per molti progetti importanti, come borse di studio e sovvenzioni.

Siamo sempre colpiti dall’importanza delle borse di studio nella comunità italoamericana e per le associazioni che la rappresentano negli Stati Uniti. È sempre la prima cosa di cui tutti parlano quando chiediamo delle loro attività: e, naturalmente, è una meravigliosa e benemerita attività. Si dice che questo “giving back” sia un atteggiamento tipicamente americano, ma possiamo dire che è altrettanto italoamericano al 100%, giusto?

Sicuramente. Questo è il riconoscimento del valore che noi attribuiamo all’istruzione. Questo è uno dei punti cardine per la Niaf e per i nostri donatori: sostenere ogni opportunità educativa. Tornando alla nostra storia di 39 anni, la maggior parte dei fondatori della Niaf erano immigrati di prima generazione: nati in Italia e poi arrivati qui; persone che hanno superato tanti ostacoli lavorando duramente, perseguendo e raggiungendo il sogno di una vita migliore per i loro figli e riconoscendo che l’educazione è fondamentale per una vita di successo negli Stati Uniti. Essi hanno inoltre ben compreso l’importanza di promuovere lo studio della ricchezza della nostra lingua e della cultura italiana per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza.

Quindi, non tutte le borse di studio che Niaf dà vanno a ragazzi italoamericani?

Esatto! Per esempio questo programma dell’Università del Maryland includerà studenti provenienti da molti luoghi, iscritti in questo campo di apprendimento e conoscenza. Il nostro obiettivo è quello di aiutare il maggior numero di studenti possibile a studiare e comprendere appieno i contributi della società romana di un tempo verso gli Stati Uniti. Niaf offre anche molte borse di studio e programmi che sono specificamente dedicati agli italoamericani, e poi esiste il programma di viaggio “NIAF Peter F. Secchia Voyage of Discovery” che invia ogni anno 20 studenti universitari in Italia per scoprire le loro radici e conoscere meglio l’Italia moderna. Questo programma è giunto al suo quindicesimo anno di vita.

A proposito di donazioni e di “giving back”. L’Italia ha un enorme patrimonio culturale e abbiamo chiaramente molti problemi nel proteggerlo e manutenerlo. Niaf e altre istituzioni, come l’Italian American Museum di New York, hanno spesso raccolto fondi, ad esempio dopo il terremoto a L’Aquila. Che cosa dovrebbe fare l’Italia per coinvolgere maggiormente la comunità italoamericana nell’aiutare i nostri monumenti?

Il terremoto a L’Aquila è stato uno di quegli eventi catastrofici che sottolineano la difficoltà nel proteggere il proprio patrimonio culturale, e la gente, ovviamente, è stata profondamente toccata e commossa e ha risposto rapidamente. La questione è come mantenere l’interesse, una volta che gli effetti immediati dell’emergenza sono passati. Una possibilità per gli italiani è quella di esplorare ulteriormente la partnership con i privati per garantire maggiori risorse al fine di preservare e restaurare i suoi monumenti e paesaggi. Ognuno beneficia da una maggiore comprensione della collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. In Italia, come in tutti i Paesi, il denaro pubblico è limitato, e pertanto proteggere il proprio patrimonio culturale richiede l’intervento e il finanziamento di aziende e associazioni private. Questo dono di Ernest L. Pellegri è un onore e un’ottima opportunità per la Niaf per dimostrare che la nostra organizzazione ha rigorosi principi di gestione per gestire una donazione così grande. Siamo fiduciosi che i risultati del programma della University of Maryland saranno tali da incoraggiare altri donatori a sostenere il nostro lavoro.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:46