Gli Usa smobilitano, difendiamoci da soli

L’America abbandona il mondo? La prima potenza militare mondiale annuncia la riduzione drastica delle sue forze armate ai livelli pre-Seconda guerra mondiale. E segnala un cambio drastico di strategia, praticamente la fine di una missione storica iniziata nel 1941.

Il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, ha dettagliato il piano. Ci sono novità comprensibili. Vanno in soffitta gli ormai vetusti A-10 “Warthog” (nella foto), i caccia anti-carro che tanti danni inflissero alle divisioni corazzate irachene durante la Guerra del Golfo del 1991. Oggi non sarebbero in grado di affrontare un nemico dotato di una moderna tecnologia anti- aerea, nonostante la loro proverbiale robustezza. Viene ritirato anche un altro aereo leggendario, il ricognitore d’alta quota U-2, protagonista delle crisi con l’Urss. Fu proprio un U-2 che venne abbattuto sui cieli sovietici innescando una forte tensione con Chrushev. E pochi anni dopo fu sempre un U-2 a fotografare le rampe dei missili sovietici a Cuba, nell’ottobre 1962, dando inizio alla nota crisi dei missili. Come si deduce da questi episodi, si trattava già di un pezzo da museo, dunque è anche comprensibile che venga ritirato. Tagli anche ad alcuni sussidi sulla casa, alcune paghe e il servizio sanitario per militari (Tricare), come previsto nel piano di austerity del budget della Difesa. E fin qui niente di sostanziale.

La sostanza si trova in un altro aspetto del piano annunciato da Hagel: il personale militare, complessivamente, ammonterà a soli 440mila uomini. In tempo di pace, anche dopo la fine della Guerra Fredda e della Guerra del Golfo, il minimo raggiunto dalle forze armate statunitensi era di 480mila uomini nel 1999, prima dell’11 settembre, alla fine dell’Amministrazione Clinton. Quando gli Usa dovettero combattere una guerra aerea in Kosovo, pagarono caro questo risparmio, perché fra scarsezze di personale, pezzi di ricambio e riserve di munizioni, rischiarono di ritrovarsi a secco nel bel mezzo della campagna. Tuttora il 1999 era considerato l’annus horribilis delle forze armate a stelle e strisce. Solo due anni dopo, successivamente all’ascesa di George W. Bush e soprattutto in seguito all’attacco al cuore degli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, il Pentagono conobbe una nuova Era di espansione. Un periodo che dura tuttora.

Per trovare un momento storico in cui gli Stati Uniti ebbero un esercito così piccolo, occorre risalire, appunto, agli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale. Fino al 1941, infatti, Roosevelt manteneva una piccola forza di auto-difesa e protezione dei territori oltremare di circa 300mila uomini, assolutamente insufficienti a combattere una guerra sul continente europeo. Solo dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour l’esercito, l’aviazione e la marina statunitensi ricominciarono ad espandersi. Ma occorse attendere fino all’inizio del 1943 prima che gli statunitensi fossero realmente in grado di sfidare i nazisti sui campi di battaglia nordafricani ed europei. Alla fine della Seconda guerra mondiale, gli Usa avevano mobilitato 8 milioni e mezzo di uomini.

Le dimensioni ridotte della forza militare Usa si spiegano con la rapida smobilitazione del grande esercito chiamato alle armi per combattere i tedeschi nella Prima guerra mondiale. Fra il 1917 e il 1918, l’esercito Usa riuscì a schierare, soprattutto in Francia, un’intera armata e ne aveva mobilitata anche una seconda per un’eventuale campagna nel 1919. Ma anche prima del 1917 gli Usa erano dotati di un piccolo esercito, capace di proteggere il territorio nazionale e inviare piccoli corpi di spedizione in America Latina e nelle Filippine, ma assolutamente non sufficiente a combattere una guerra in Europa. Per ritrovare un grande esercito continentale statunitense prima del 1917 occorre addirittura risalire alla Guerra Civile (1861-1865), dove sia il Sud che il Nord mobilitarono grandi eserciti di coscritti. Ma sia prima che dopo questa grande guerra auto-distruttiva, gli Usa hanno sempre mantenuto alle armi il minimo indispensabile alla difesa.

Dalla storia degli Stati Uniti si vede chiaramente quale sia la tendenza di questo grande Paese: isolazionismo appena possibile, interventismo solo quando è necessario. A parte le due guerre mondiali, e la Guerra Civile, dall’indipendenza (che fu una guerra di popolo) in poi gli Usa rifiutarono di avere eserciti continentali e permanenti, strumenti di proiezione di potenza tipici degli imperi europei. Noi troviamo strano che, oggi, gli Usa rinuncino a gran parte della loro potenza militare solo perché ci siamo abituati all’eccezione. Solo il forte rischio di guerra con l’Urss, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, aveva fatto sì che gli Stati Uniti non smobilitassero del tutto le loro forze (come inizialmente avevano intenzione di fare) e mantenessero basi in tutto il mondo. Eccezione dopo l’eccezione, anche la guerra al terrorismo, seguita al primo attacco contro l’America dai tempi di Pearl Harbour, ha costretto gli americani a tenere alto il livello di mobilitazione.

Finita la guerra in Afghanistan, però, anche questa emergenza risulta ormai finita, almeno nelle menti degli strateghi americani. Dunque basta, come sempre, una piccola forza di auto-difesa e un flessibile corpo di spedizione in grado di intervenire all’estero in caso di gravi emergenze. Gli Usa non si ritengono più direttamente minacciati. Il resto del mondo occidentale e gli alleati asiatici devono imparare a difendersi da soli. Ce la faranno?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:51