Perché mai tanto odio contro San Valentino?

La festa di San Valentino può apparire un po’ patetica, soprattutto per chi non è fidanzato. Si vendono tante belle e buone cose, dalle cartoline con foto smancerose ai cioccolatini a forma di cuore. Anche il Papa “buono” Francesco non si è sottratto alla melassa universale e nel suo discorso alle coppie di fidanzati ha suggerito di pregare il Padre Nostro di “darci il nostro amore quotidiano”, perché per i fidanzati e futuri sposi l’amore è il pane quotidiano.

San Valentino, implicazioni religiose a parte (che pochi ricordano), sembrerebbe proprio una festa inventata dai cartolinai e dai venditori di cioccolatini per far soldi e far sentire in colpa chi è single. E per questo può risultare una festa alquanto antipatica. Noi tuttavia tendiamo a darla per scontata, come tutte le tradizioni occidentali. Invece scontata non è. Fuori dall’Occidente, c’è chi, di San Valentino, ci può anche morire. Nel Kashmir indiano, nel 2006, un gruppo di integraliste islamiche, le Dukhtaran-e-Millat, assaltarono, saccheggiarono e distrussero tutti i negozi che osavano vendere cartoline e poster di San Valentino. L’India non è uno Stato islamico, ma le integraliste musulmane del Kashmir, che non si riconoscono come indiane, bensì come pakistane, hanno voluto implementare la sharia per conto loro.

Nel Pakistan, giustappunto, nel 2012, si erano svolte violente proteste a Peshawar, organizzate dalla Jamat-e-Islami. Gli integralisti non volevano che si celebrasse un giorno che “diffonde l’immodestia nel mondo” e impedirono ai cristiani di celebrare la messa. Altrimenti “la fermeremo a modo nostro”. In Indonesia, soprattutto nella provincia più integralista di Aceh, la locale assemblea degli ulema (dottori della legge coranica) emette una fatwa contro il giorno degli innamorati, vietando ai musulmani di celebrarlo, considerandolo “Haram”, un peccato. Nel 2011, il Consiglio degli ulema indonesiano, ha infatti emesso la sua ferma condanna alla festa cristiana perché ritiene che incoraggi i giovani a “entrare in un mondo di oscurità”. In Malesia, l’assistente del muftì di Stato, Mat Jais Kamos, quest’anno ha ribadito il divieto di celebrazione, perché: “La celebrazione enfatizza l’amore fra due individui e non fra membri di una comunità familiare o fra coppie sposate”. Anche nell’Uzbekistan post-sovietico, ateo fino a 20 anni fa, ma ora sempre più islamizzato, le università incoraggiano gli studenti a firmare un patto nero su bianco: non celebrare il giorno di San Valentino, rispettando i precetti coranici.

Dove la legge coranica è di Stato, in Arabia Saudita e Iran, i divieti sono fatti rispettare dalla polizia con zelo totalitario. Nella monarchia saudita, islamica sunnita, ad esempio, tutti gli oggetti rossi sono vietati. La polizia religiosa ha l’ordine di arrestare ogni donna che porti un elemento rosso, anche solo un nastrino, sul proprio vestito. I commercianti che vendono un qualunque oggetto rosso, anche solo una rosa, un giocattolo, una cartolina o un dolcetto, devono distruggerla di fronte agli occhi dei commissari religiosi e chiudere bottega. Nell’Iran sciita non va meglio, nemmeno dopo l’ascesa al potere presidenziale del “riformatore” Hassan Rouhani: la polizia ha comunque l’ordine di sequestrare tutti quegli oggettini valentiniani che noi troviamo così patetici, ma che da quelle parti sono un segno tangibile di dissenso.

L’odio per San Valentino nel mondo islamico radicale, oltre ad essere un’ennesima conferma dell’odio anti-occidentale, ha comunque un fondamento filosofico ben preciso. Gli integralisti religiosi (non solo islamici) ritengono che non esista l’individuo, ma solo la comunità, a partire dalla famiglia.

Non concepiscono un individuo che si innamori, di suo, senza essere inquadrato in una “superiore” volontà familiare, disobbedendo magari agli ordini del padre. Un amore individuale esiste solo nella cultura cristiana, dove è richiesto l’esplicito consenso dello sposo e della sposa in quanto persone e non in quanto membri di un clan o di una famiglia. Eppure, come dimostra la lunghissima tradizione cristiana, l’amore fra persone è stato riconosciuto, culturalmente, da relativamente poco tempo. Manzoni parlava di Renzo e Lucia come di eroi, innamorati contro ogni sorte avversa. Ma Giulietta e Romeo, innamorandosi, alla fine si suicidarono. E Paolo e Francesca, andando contro la volontà familiare, finirono all’Inferno. Gli islamisti sono ancora fermi ai tempi di Dante, forse anche prima. Per loro San Valentino è ancora una festa satanica che incoraggia tante coppiette a finire all’Inferno. E quindi, per “il loro bene” vietano di celebrarla.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:48