Ucraina-Russia, per un pugno di rubli

Per un pugno di rubli, il presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich si è di nuovo gettato nelle braccia della Russia. Nonostante tutti i progressi fatti dall’Unione Europea nei colloqui sull’accesso del Paese ex sovietico nell’accordo di associazione, nonostante la protesta in Piazza dell’Indipendenza (che prosegue, nonostante il freddo e la paura della repressione), i vertici di Kiev hanno preferito imboccare di nuovo la rassicurante via della fratellanza con Mosca. L’accordo con la Russia è stato annunciato martedì e ieri, in una burrascosa seduta parlamentare, è stata annunciata dal primo ministro Mykola Azarov.

Secondo il governo, l’accesso alle risorse russe ha salvato il Paese da una sicura bancarotta. Mosca ha offerto aiuti per l’equivalente di 11 miliardi di euro e sconti sulle forniture di gas. L’offerta, su un piano puramente economico e di breve periodo, era più allettante rispetto alla prospettiva di accesso ai mercati europei. La Russia offre questi incentivi e chiede poco o nulla in cambio, se non, implicitamente, fedeltà politica. L’opposizione chiede di conoscere tutti i termini del patto con il Cremlino, anche quelli che non sono stati dichiarati. È infatti possibile che, segretamente, sia già stato pattuito un accordo per l’accesso del Paese nell’area di libero scambio ex sovietica, assieme a Russia, Bielorussia e Kazakhstan.

L’Ue avrebbe invece richiesto una serie di riforme economiche e modernizzazioni strutturali, come da dettami del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), per i quali il governo di Kiev riteneva necessari almeno 20 miliardi di euro. Bruxelles sarebbe stata disposta a concederli? Yanukovich ha sempre giocato sui due tavoli per alzare il prezzo. Alla fine, ponendo sul piatto della bilancia i costi di accesso all’Europa e quelli di possibili rappresaglie russe, deve essersi convinto che non valeva la pena di procedere sulla via dell’Occidente. Incassato il brutto colpo, Angela Merkel, nel suo primo discorso da rinominata cancelliera tedesca, ha dichiarato che la Germania considera sempre aperta la porta all’Ucraina.

L’accordo di associazione, che nessuno ha mai escluso (ufficialmente neppure Putin lo ha fatto) è sempre lì ad attendere. Ragionando a medio e lungo termine, comunque, Kiev ha perso un’occasione storica. Avrebbe potuto avere un grande mercato di sbocco verso l’Europa centrale e occidentale, una grande valvola di sfogo per decine di milioni di studenti e lavoratori che vogliono emigrare, un incentivo per iniziare a modernizzare il Paese e rimetterlo in pista. L’accordo con Mosca salverà anche l’Ucraina dalla bancarotta, ma di fatto cristallizza la situazione così come è adesso: un decrepito sistema economico ereditato dall’Urss e mai riformato.

In questo gioco delle parti, anche gli oligarchi ucraini hanno preferito puntare sullo status quo, dunque sull’accordo con la Russia. Se il loro Paese si fosse aperto a mercati più trasparenti e competitivi, avrebbero perso il loro ruolo di “padroni del vapore”. Non a caso, i manifestanti di Piazza dell’Indipendenza hanno inviato a tutti gli oligarchi i “sanguinanti alberi di Natale”: al posto delle palle hanno appeso le foto dei feriti della repressione poliziesca, giusto per invitarli a riflettere. A bocce ferme, si può dire che la Russia abbia tirato un grande sgambetto all’Ue, cogliendola di sorpresa per la seconda volta in tre settimane, prima bloccando l’accordo di associazione con Kiev (che era dato quasi per scontato), poi lanciando un’offerta all’Ucraina in grado di separarla definitivamente dalle cancellerie occidentali.

La partita non è finita, la gente in piazza non si arrende e preme per un accordo con gli europei, ma si complica enormemente per Bruxelles. Fra l’altro, giusto per mantenere alta la tensione, Mosca ha iniziato a schierare missili a corto raggio Iskander nel distretto militare occidentale. Dalle loro nuove postazioni possono colpire in pochi minuti tutte le basi Nato in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Giusto per invitarci a riflettere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:42