La Corea del Nord, imprevedibile paura

La Corea del Nord sta prendendo una china pericolosa? La notizia più eclatante di questa settimana (anche se non si sa a quando, di preciso, far risalire l’inizio della vicenda) è una purga staliniana in piena regola. Chang Song-thaek, era zio (marito della sorella di Kim Jong-il) e tutore del giovanissimo Kim Jong-un, era stato piazzato in quella carica dal padre morente per condurre il figlio alla maturità del governo.

Ed è stato epurato, brutalmente, assieme a tutta la sua corte. L’agenzia di stampa nordcoreana, la Kcna, ha rilasciato un comunicato molto esplicito in merito: Chang è stato cacciato dal Partito perché “sfida l’unità del Partito con atti faziosi, mentre cerca di minare l’unitarietà della sua leadership”. In parole povere: era considerato una sfida personale a Kim Jong-un. “Il Partito ha eliminato Jang Chang in modo deciso e ha purgato il suo gruppo, assestando un duro colpo alla sua pericolosa fazione”. Il quotidiano ufficiale, il Rodong Sinmun, dal canto suo, ha pubblicato un editoriale in cui spiega che Kim Jong-un “non perdonerà alcun traditore”. Tutto come ai tempi dell’Urss di Stalin: lotte di corte che si risolvono in tragedie di sangue e deportazioni.

Non è passato molto tempo dall’ultima “purga dei ballerini”, dove anche l’ex fidanzata del dittatore è stata passata per le armi. Quella nordcoreana, insomma, è una dinastia rossa dal sapore sempre più antico. Ma dotata di armi moderne, fra cui un certo numero di bombe atomiche: da una a sei, a seconda delle stime degli analisti militari. Abbastanza per incenerire Seul, o Tokyo, o qualunque altro bersaglio scelto da Kim Jong-un, per odio, paura o capriccio. Questa sensazione di netto pericolo è percepita soprattutto dalla Corea del Sud, la cui capitale è letteralmente a una manciata di chilometri dal confine. Park Geun-hye, la presidente sudcoreana, ha rilasciato proprio ieri dichiarazioni molto allarmate sulla strana evoluzione della corte del Nord.

“La Corea del Nord sta attualmente portando avanti un regno del terrore, conducendo una purga su larga scala per rafforzare il potere personale di Kim Jong-un. D’ora in avanti, le relazioni fra il Nord e il Sud della Corea possono diventare più instabili”. Due sono le principali paure del Sud (e di tutti i suoi alleati, a partire dal vicino Giappone): la prima è che la purga crei un equilibrio di potere più favorevole ai guerrafondai. Kim Jong-un ha una personalità incomprensibile, c’è troppa censura attorno ai suoi palazzi per potere per poter capire cosa realmente voglia fare.

C’è dunque una corrente di analisti, più ottimista, che ritiene che il giovane Kim possa essere un autentico riformatore e voglia una politica estera distensiva con il Sud. Le grandi esercitazioni e la crisi nucleare di pochi mesi fa sarebbero dunque frutto della volontà della vecchia classe dirigente, legata al padre Kim Jong-il. L’epurazione di Chang Song-thaek sarebbe dunque un passo nella giusta direzione: via i guerrafondai, il giovane Kim avrebbe mani libere per realizzare il suo sogno di pace. Chi sostiene questa tesi, sottolinea l’importanza dei tanti gesti distensivi degli ultimi mesi: giochi sportivi con il Sud, rilascio di prigionieri stranieri, riapertura del dialogo diplomatico, ecc…

Ma c’è davvero da essere così ottimisti? C’è almeno il 50% di probabilità che abbiano ragione i pessimisti. Cioè: Chang era lì proprio per controllare il giovanissimo, volubile e capriccioso Kim Jong-un, un uomo appassionato di basket, play station e giochi di guerra… dal vivo. Saltato il tappo della vecchia classe dirigente (che comunque sono rimasti in equilibrio con il Sud per quasi 20 anni), Kim Jong-un potrebbe commettere ogni nefandezza possibile, senza più freni. Compresa una guerra contro il Sud.

Solo la storia giudicherà chi abbia ragione. L’altra paura fondamentale è quella dell’instabilità che si crea ad ogni transizione di potere. Il passaggio di consegne da Kim Jong-il a Kim Jong-un è stato caratterizzato, appunto, da un susseguirsi continuo di crisi militari, fino alla paura nucleare della scorsa primavera. Non si tratta di preparativi di conflitti veri, come la storia ci dimostra, ma comunque di situazioni molto pericolose in cui basta una scintilla per far accadere il peggio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:41