Il repubblicano più repubblicano che c’è

Un nuovo Partito Repubblicano avanza a colpi di maratone oratorie. Dopo il record di 13 ore raggiunto da Rand Paul, contro l’insediamento di John Brennan alla direzione della Cia, Ted Cruz ha battuto qualunque altro senatore della storia degli Stati Uniti con un discorso di 21 ore filate contro la riforma della sanità.

 Il primo scopo di questa incredibile performance è tattico: visto che i Repubblicani non hanno un vero e proprio potere di ostruzionismo alla Camera del Senato, Ted Cruz ha cercato di rallentare i lavori per l’approvazione del nuovo budget come poteva.

 La Camera (a maggioranza repubblicana) ha emendato il budget, levando i fondi alla riforma sanitaria. Il Senato ha discusso di nuovo la legge, con i Democratici che avevano intenzione di reintrodurli. Qui è intervenuto Ted Cruz, con l’intento di bloccare la legge e tenere l’Obamacare de-finanziata. La mossa tattica non poteva riuscire, perché tempi e regolamenti non consentivano un blocco.

 Ma Ted Cruz ha comunque avuto modo di distinguersi come leader nella lotta anti-Obamacare. Il problema politico più evidente si è creato all’interno del Partito Repubblicano. Ted Cruz, fra le mille cose che ha detto nel suo discorso-fiume, ha condannato l’appeasement nei confronti delle leggi democratiche.

Lo ha paragonato all’atteggiamento di Neville Chamberlain nei confronti di Hitler, a quel patto di Monaco del 1938 che spianò la strada all’espansionismo nazista. Il paragone è un po’ brutale, ma nella cultura americana viene evocato ogni qualvolta vi sia un pericolo da scongiurare in tempo. Obama è un presidente diverso dai suoi predecessori. Non si limita a voler “aggiustare” il sistema, ma lo vuole cambiare. La sua legge sulla sanità è cruciale, sia simbolicamente che in termini pratici. Da un punto di vista simbolico, è lo Stato che si prende cura dei suoi cittadini, dunque introduce un principio di primato della politica sulla società e il mercato.

Da un punto di vista pratico, l’Obamacare comporta l’ingresso dello Stato nel mercato delle assicurazioni sanitarie, richiedendo aste pubbliche, calmieri suoi prezzi e interventi (sotto forma di tasse) contro coloro che non si procurano una copertura assicurativa. Introduce obblighi e sussidi senza precedenti. Questa mossa viene dunque paragonata, dai conservatori, a una “questione dei Sudeti”: se lo Stato occupa quel settore, finirà per dilagare ovunque nella società, come Hitler dilagò ovunque nel resto d’Europa.

I vari “Chamberlain” repubblicani sono emersi anche ieri. A partire dal capogruppo in Senato, Mitch McConnel e dall’ex candidato presidenziale John McCain, che volevano votare a favore della legge passata alla Camera, considerandola un compromesso equo. L’alternativa radicale proposta da Cruz, assecondato in Senato da Marco Rubio e Rand Paul, è un’opposizione ad oltranza: una ricetta drastica contro un cambiamento radicale. La battaglia, dalle aule istituzionali, si sta in realtà già spostando sul terreno elettorale.

In termini di campagna, un anno è molto corto. Le elezioni di medio termine del 2014 appaiono realmente vicine. Marco Rubio, Ted Cruz e Rand Paul puntano a cavalcare l’ondata di indignazione del movimento anti-tasse dei Tea Party, che quest’anno ha avuto la conferma di essere spiato e vessato dal fisco (scandalo Irs). La base repubblicana più conservatrice è inoltre indignata per il possibile intervento in Siria, su cui è radicalmente contraria. E questa è un’altra questione a cui la leadership repubblicana in Senato non ha saputo dare una risposta coerente.

 La misura dell’estensione dei Tea Party, comunque, la si poteva già leggere nelle elezioni del 2012: i voti che sono mancati a Mitt Romney da parte repubblicana (circa 3 milioni in meno rispetto alle elezioni del 2008), erano tutti loro. I media statunitensi continuano ad affermare che il movimento anti-tasse sia morto. Ma fra un anno potrebbe arrivare una doccia fredda per progressisti e moderati: non è assolutamente da escludere un bis del successo dei Tea Party nel 2014, uguale o addirittura maggiore rispetto a quello del 2010.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:15