S. Gennaro, patrono di Little Italy

La religione cattolica è storicamente e culturalmente alla base del senso di omogeneità che pervade la comunità italoamericana. Quando i nostri connazionali attraversarono – spesso tragicamente - l’oceano per un futuro incerto ed estremamente duro, presto trovarono nella celebrazione della loro fede e dei santi patroni delle comunità dalle quali provenivano un senso di unità, di riassicurazione, di protezione che trascendeva la fede personale, ed assumeva un significato anche civile ed istituzionale: furono le società di mutuo soccorso, di natura religiosa, ad aiutare coloro che sbarcavano dalle navi, ad educarli, ad insegnare loro che insieme avrebbero contato di più che presi singolarmente uno per uno. La “comunità italoamericana” in quanto tale nacque allora. Le celebrazioni dei santi patroni si tramandarono di generazione in generazione, moltiplicandosi per numero di santi celebrati e per numero di eventi, in tutte le numerose città in cui si stabilirono gli italiani.

 Le feste assunsero anche un valore laico: intorno alla celebrazione religiosa, che prevedeva e prevede una messa e una processione, si aggiunsero nel tempo elementi come la cucina e il consumo di cibo italiano, momenti di spettacolo, stand culinari e di oggettistica tradizionale, a volte la pratica del gioco delle bocce, competizioni varie. Sacro e profano insieme, insomma: quel caratteristico modo di vivere la religione cattolica, tipico degli italoamericani, che tanto attrito provocò negli emigrati irlandesi, arrivati prima dei nostri connazionali e anch’essi di religione cattolica, ma portatori di un modo di celebrare e osservare la propria fede decisamente meno popolare e festoso. Da allora questi eventi, che passano a volte sotto il nome di “feste” e a volte di “festival”, riscuotono un notevole successo di pubblico: allargati anche a chi non ha origine italiana e/o non è di religione cattolica, ovunque sono decine o in alcuni casi centinaia di migliaia, le persone che partecipano, festeggiano, si divertono.

La festa può portare il nome di un santo o di una santa, ma finisce per celebrare anche l’italianità, sempre. In alcune città è l’avvenimento più importante dell’estate, che è la stagione nella quale la stragrande maggioranza di queste feste vengono organizzate. La NIAF ci dice che sono 271 le feste e i festival che si tengono negli Stati Uniti, in 33 diversi Stati. C’è chi dice che siano di più: ne nascono e (molto difficilmente) muoiono ogni anno, e ovviamente non c’è uno standard per potersi definire “festa italiana”, o qualcosa di simile. Quello che è certo è che la più importante e popolare manifestazione di questo tipo si svolge nella Little Italy di Manhattan, a New York, ed è la festa di San Gennaro, quest’anno alla ottantasettesima edizione. Abbiamo chiesto di parlarcene al Presidente del comitato organizzatore, Joseph Mattone, ad un paio di giorni dall’inizio della festa.

Mr. Mattone, lei è a capo dell’organizzazione che ogni anno porta la Festa di San Gennaro nella originale Little Italy di Manhattan. Ci descrive questo importante evento?

La Festa di San Gennaro è un tribute di religione e di cultura agli emigrati italiani che arrivarono qui all’inizio del ventesimo secolo e popolarono Little Italy. Attraverso la loro determinazione ed il loro duro lavoro, moltissimi di loro trovarono le opportunità che erano venuti a cercare qui in America e riuscirono poi a stabilirsi in alter zone più residenziali mettendo le basi con successo per favorire un migliore futuro per i loro figli e i loro nipoti. Siccome la Little Italy di Manhattan fu per moltissimi italoamericani l’inizio della loro avventura qui, ci sarà sempre un fascino unico in questa parte della città, che conserva memorie e ricordi incancellabili. I meravigliosi ristoranti, le eccellenti pasticcerie e le pittoresche strade di questa Little Italy sono piene di motivi di attrazione, di tradizione e di rispetto per la storia ed il patrimonio culturale di chi qui ha iniziato la sua esperienza americana. La Festa di San Gennaro nacque qui a New York nel 1926: allora durava un solo giorno e riguardava solo Mulberry Street, la strada di Lower Manhattan che è stata la casa di migliaia e migliaia di emigrati napoletani che arrivarono qui all’inizio del secolo scorso.

 Quante persone partecipano alla festa, e cosa succede durante queste giornate? Ci sono persone di tutte le età? E arrivano anche da fuori New York?

 La Festa di San Gennaro è conosciuta in tutto il mondo e ogni anno partecipano centinaia di migliaia di persone. Quest’anno l’inizio è fissato per giovedì 12 settembre, e si terminerà domenica 22 settembre. Sia i newyorchesi che i turisti partecipano alla festa. Ci sono molti stand che offrono ottimo cibo italiano di tantissimi tipi, oltre ai ristoranti e alle pasticcerie; ci sono moltissimi spettacoli musicali. La festa è per tute le età, e ogni anno ci sono bambini, ragazzi, adulti e anziani. Il giorno ufficiale della festa è il 19 settembre: si celebra la messa alla Most Precious Blood Church, che ospita anche il santuario nazionale di San Gennaro, e poi la statua del santo viene portata in processione per le strade di Little Italy. Alla messa viene annunciato il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro avvenuto lo stesso giorno a Napoli. Lo scorso anno abbiamo avuto diverse centinaia di canadesi che sono venuti a partecipare alla festa; ho anche incontrato un cospicuo gruppo di persone arrivate da Napoli per partecipare alla festa.

A proposito: San Gennaro è il santo patrono di Napoli, ma mi sembra che venga celebrato da tutti, qualsiasi sia la provenienza delle loro famiglie e dei loro antenati. E’ così?

 E’ così. Sebbene San Gennaro sia il santo patrono dei napoletani, questa celebrazione ormai riguarda la storia di tutti gli italoamericani. Credo che tutti i newyorchesi, a prescindere dalla loro religione di appartenenza e dalla nazionalità di provenienza, apprezzano lo spirito della festa, che è replicata anche in diverse altre città americane, anche se questa rimane quella più popolare.

Tutte queste feste che celebrano l’Italia, gli italoamericani e le loro tradizioni, sono eventi religiosi. La religione ha sempre avuto una grandissima importanza nell’aggregare e tenere uniti gli italiani d’America, sin dall’inizio del ventesimo secolo: fu proprio attorno alle celebrazioni dei santi patroni delle rispettive città, che gli emigrati iniziarono a raccogliersi insieme.

E’ vero. Sebbene la festa abbia anche molti eventi che non riguardano strettamente la religione, il principale motive di essa sta nell’omaggiare e nel celebrare il santo patrono di Napoli. Quando gli italiani emigrati si stabilirono nella Little Italy di Manhattan sentirono il bisogno di mantenere viva la tradizione che si portarono dento di loro attraverso l’oceano: questo spiega l’importanza che essi davano e noi oggi continuiamo a dare alla tradizione dei luoghi dai quali loro vennero, e alla religione che era allora la loro così com’è oggi la nostra.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:40