Il ragazzino che sfidò Mohamed Morsi

Qualche liberale c’è anche in Egitto. Un video, che sta facendo il giro del mondo, lo dimostra. Il liberale in questione è Ali Ahmed, un ragazzino di 12 anni, intervistato dal quotidiano egiziano “El Wadi” durante le proteste contro Mohamed Morsi. “Non ci siamo liberati da una dittatura militare per rimpiazzarla con una teocrazia fascista”, dice Ali Ahmed alla sua perplessa intervistatrice. La giornalista dichiara di non aver mai sentito nominare un concetto così complesso come “teocrazia fascista”. E allora è il ragazzino a doverglielo spiegare, pacatamente e con precisione. “La teocrazia fascista c’è quando manipoli la religione per imporre regole religiose, anche quando la religione stessa non lo prescrive”.

Alla domanda su cosa ci sia di male nella Costituzione voluta e votata dai partiti islamici, Ahmed risponde con un’altra domanda: “Dove è la Costituzione che ci dovrebbe rappresentare tutti? Per esempio, le donne sono la metà della nostra società. E come è possibile che ci siano solo 7 donne nell’Assemblea Costituente, 6 delle quali sono islamiste?”. Inoltre: “Anche se la Costituzione è buona, ma le persone che la scrivono sono cattive, otterrai sempre qualcosa di cattivo. Non mi puoi dire che 80 suoi articoli sono buoni, se i restanti 20 rovineranno il Paese”. La giornalista, sempre più incredula, gli chiede qualche esempio di cattive leggi. E Ahmed risponde (a lei, che è una donna): “Per esempio si dice che le donne sono uguali agli uomini, fatta eccezione per tutto ciò che contraddice la legge islamica. Ma allora la legge islamica permette all’uomo di “disciplinare” sua moglie. Questo non può funzionare. Non funziona perché è una vergogna. Non posso picchiare mia moglie, fin quasi ad ammazzarla e dire che questa è “disciplina”. Questa non è disciplina: è abuso e follia”. Si dice sempre che Morsi abbia vinto le elezioni democraticamente e che a rovesciarlo sia stato un golpe militare anti-democratico. Che sia antidemocratico il congelamento di una Costituzione votata da un parlamento eletto dal popolo.

Ma Ahmed è in grado di spiegare anche questo: “Il processo politico (costituente, ndr) è senza senso. Perché, prima di tutto, è questo parlamento a non aver senso. Alcuni partiti hanno basato la loro campagna mischiando politica e religione. Le moschee mobilitavano gli elettori. Regalavano loro zucchero e olio e molte altre cose di questo genere”. Quanto al disastro sociale ed economico provocato da Morsi: “Gli obiettivi sociali della rivoluzione, crescita economica, libertà e giustizia sociale, sono ancora tutti non raggiunti. Non c’è lavoro, la polizia arresta la gente a caso. Quanto alla giustizia sociale, come può un anchorman prendere un stipendio da 30 milioni di sterline egiziane, quando la gente ravana ancora nella spazzatura per trovare cibo?”. Ali Ahmed, segnatevi questo nome: fra sei mesi si vota e ci piacerebbe vederlo candidato. Purtroppo ha solo 12 anni.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:43