Per uscire dalla crisi basta privatizzare

Invece di lamentarsi di una crisi sempre più prolungata, i governi di Italia, Francia e Spagna dovrebbero cogliere l’opportunità di privatizzare i beni e i servizi pubblici per rilanciare la loro economia. È questo lo spassionato consiglio lanciato dalla fondazione britannica New Directions, che esprime il punto di vista degli eurodeputati conservatori. In un paper pubblicato la settimana scorsa, New Directions sottolinea, prima di tutto, l’importanza delle politiche di riduzione della mano pubblica. “I benefici delle privatizzazioni sono evidenti e mostrati da numerosi esempi pratici e studi empirici. Visti i dilaganti problemi del debito pubblico e della recessione nell’Unione Europea, è sorprendente che non sia stato fatto di più per vendere i beni pubblici”, scrive Julia Borrmann, autrice del paper. Infatti, “A parte un paio di eccezioni, come la Gran Bretagna e la Germania, i Paesi dell’Unione Europea non stanno facendo abbastanza per vendere le loro proprietà pubbliche.

Tutte le prove dimostrano come le privatizzazioni aiutino i cittadini comuni, abbassando i prezzi e migliorando la qualità. E allora perché i governi impediscono di accedere a questa vera e propria miniera d’oro?”. Perché in Paesi come l’Italia e la Francia, a destra come a sinistra, domina una retorica politica che attribuisce tutte le colpe della crisi al “liberismo selvaggio” e predica un maggior intervento dello Stato nella politica monetaria, finanziaria e sociale per far ripartire la crescita. Domina il modello keynesiano, riproposto dall’economista premio Nobel Paul Krugman e perseguito negli Usa da Barack Obama: per la crescita si vuole ricorrere a più spesa pubblica e a politiche di espansione monetaria. In questa retorica, la “semplice” soluzione delle privatizzazioni non viene neppure presa in considerazione. Anzi, chi la propone è accusato di “svendere” il patrimonio nazionale. Eppure… ecco quel che ci stiamo perdendo: dopo le politiche di privatizzazione (come mostrano gli esempi del recente passato) la produttività del lavoro potrebbe crescere al ritmo del 19% all’anno; in tutti i casi si è riscontrato un netto miglioramento delle performance (in termini di prezzi e qualità di servizi e prodotti) delle aziende che prima erano di proprietà dello Stato; si risolverebbe gran parte del problema dell’eccessivo debito pubblico.

Secondo lo studio di New Directions, le privatizzazioni che si potrebbero effetture fin da subito in Italia, Francia e Spagna potrebbero ammontare sino al 5% del loro Pil. Effettuandole, l’Italia ridurrebbe il suo debito pubblico del 4% e l’effetto sarebbe ancora maggiore in Spagna (5,9%) e in Francia (5,5%). Secondo questo paper, ripartirebbe la crescita: +2,3% del Pil in Italia, +2,2% in Spagna, +3% in Francia. Inutile ricordare che, attualmente, il nostro Pil si sta contraendo, invece che crescere, da ben due anni.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:31