Grover Norquist a Roma contro le tasse

Roma, oltre ad essere la città storica più bella del mondo, è il centro del potere politico e burocratico italiano, ma oggi avrà un ospite inconsueto, agli antipodi della mentalità attribuita allo statalismo del Bel Paese: Grover Norquist. Fondatore della Americans for Tax Reform, è un personaggio dominante nella politica repubblicana statunitense, anche se pochi italiani ne hanno sentito parlare nei telegiornali. È infatti un lobbista fra i più influenti in assoluto.

La sua idea fondamentale, venutagli quando era ancora un ragazzino, è quella di far giurare ai politici di non alzare le tasse. Il candidato deve firmare un “pledge” (patto) pubblico e solenne, con cui si impegna a non votare mai per qualunque legge che comporti un aumento della pressione fiscale. L’effetto più spettacolare di questa strategia è stato ottenuto da Norquist nel 1992: alle elezioni presidenziali George W. H. Bush (padre) si è presentato in aperta violazione del pledge, avendo alzato le tasse… e ha perso. Pur dopo la conclusione pacifica della Guerra Fredda e la vittoria nella Guerra del Golfo, il successore di Reagan perse sulle tasse. L’Americans for Tax Reform, non a caso, è diventata uno dei più potenti gruppi di pressione americani. Sotto le due amministrazioni di Bill Clinton e le due di Bush, ma anche nel corso della prima guidata da Barack Obama, possiamo vedere chiaramente come la pressione fiscale stenti ad alzarsi. Piuttosto lo Stato si indebita, pur di non mettere mano al portafogli dei suoi cittadini.

A Roma, sede del governo che impone agli italiani la più alta tassazione d’Europa, Norquist interverrà oggi pomeriggio alle 17, all’Hotel Nazionale (Piazza Montecitorio, 125), introdotto dall’onorevole Daniele Capezzone (PdL) e accompagnato da Giacomo Zucco, portavoce del Tea Party Italia, il movimento che ha adottato la stessa formula del “pledge” per i politici italiani. Capezzone è proprio uno dei primi firmatari eletti in Parlamento. Modera e organizza l’evento il giornalista Marco Respinti, fondatore del Columbia Institute e uno degli studiosi più attenti del conservatorismo anglosassone. Una fresca brezza anti-tasse sta per avvolgere i sette colli della capitale…

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:41