A chi interessano  i 100.000 morti in Siria?

“Una macchia” sul curriculum del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Così l’ambasciatrice statunitense Susan Rice ha definito l’inerzia dell’organo internazionale sul conflitto siriano. Russia e Cina hanno posto il veto su tre risoluzioni che, per lo meno, avrebbero aumentato il livello di pressione su Bashar al Assad. «In particolar modo mi spiace che il Consiglio di Sicurezza non sia riuscito ad esprimere una linea d’azione decisa a fronte di più di 90mila morti e milioni di rifugiati siriani – commenta amaramente la Rice, che si appresta a lasciare il suo incarico di ambasciatrice – L’inerzia del Consiglio è una disgrazia morale e strategica che la storia giudicherà duramente». Intanto, la conta delle vittime prosegue inesorabilmente.

Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, con base a Londra, il numero dei caduti ha superato la quota impressionante dei 100mila. In base al rapporto, pubblicato ieri, di questi 100mila, 36mila sono civili disarmati, fra cui 3mila donne e 5mila bambini sotto i 16 anni. Per l’Osservatorio si tratta di stime conservative: contano solo i morti “accertati”, in qualche modo dichiarati da entrambe le parti. Va tenuto conto che sia il regime che i ribelli tendono a celare le perdite che hanno subito. Quindi, il reale numero dei caduti potrebbe essere molto superiore. Giusto per rendere l’idea delle dimensioni della tragedia, tutte le guerre arabo-israeliane messe assieme hanno provocato meno morti: 85.700 delle due parti, cifra ottenuta sommando i 21mila caduti nella Prima Guerra Arabo-Israeliana (1947-1949), i 16mila della Guerra dei Sei Giorni (1967), gli 11mila della Guerra di Attrito (1970), i 20mila della Guerra dello Yom Kippur (1973), i 10.000 della Prima Guerra Libanese (1982), i 2200 della Prima Intifada (1987), i 4300 della Seconda Intifada (2000-2005) e i 1200 della Seconda Guerra Libanese (2006). Queste sono, ripetiamo, le stime per eccesso di 66 anni di conflitti arabo-israeliani, inclusi gli scontri asimmetrici e non convenzionali della guerriglia palestinese. Questi 85.700 morti dei conflitti mediorientali hanno mosso il mondo e l’opinione pubblica, provocato il maggior numero (in assoluto) di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.

Eppure sono stati superati dagli oltre 100mila morti in appena 2 anni e 3 mesi di guerra civile siriana. Per la quale il Consiglio di Sicurezza non si è mosso. Si muovono, unilateralmente, le singole potenze, mondiali e regionali. I Paesi arabi sunniti della regione hanno promesso aiuti militari ai ribelli. La Turchia ha rafforzato le sue difese (missili anti-missile Patriot Pac-3 ai confini meridionali) e ospita i ribelli sul suo territorio, permettendo loro di entrare e uscire dal territorio siriano. L’ultimo strumento di pressione (in ordine di tempo) è l’Operazione Eager Lion in Giordania. Più di 8.000 uomini di 19 Paesi, guidati dagli Stati Uniti, hanno effettuato esercitazioni terrestri e aeree nei deserti della Giordania, nei pressi del confine meridionale della Siria. Per le autorità statunitensi non si tratta di una prova generale di intervento, ma di una manovra di routine. Tuttavia, i 100 militari statunitensi, presenti in Giordania in veste di consiglieri militari, sono diventati 800. Otto volte tanto.

Inoltre, gli Usa hanno ceduto al governo di Amman un gran numero di aerei F-16 e di missili Patriot Pac-3: potrebbero tornare molto utili se dovesse essere imposta una no-fly zone sulla Siria. Ma un intervento armato, sia pur limitato, resta un’ipotesi remota in quanto sgradita a tutti. Negli Stati Uniti, secondo i sondaggi dell’istituto Gallup, il 68% si oppone a un intervento diretto delle forze armate statunitensi. Il 54% si oppone anche a un intervento indiretto (armi ai ribelli). Solo il 49% dichiara di seguire le notizie sulla Siria, sotto la media degli americani che seguono gli argomenti di esteri (solitamente superiore al 60%). Insomma, negli stessi Stati Uniti, i più attivi nel sostenere un’azione internazionale, l’opinione pubblica è disinteressata e si oppone a qualsiasi forma di intervento. I 100mila e passa caduti siriani sono e restano invisibili.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:46