Quel francese che combatte la Francia

Non ci sono solo immigrati africani e mediorientali che delinquono nel nome dell’Islam in Francia, come Mohammed Merah (strage di Tolosa) o la “banda dei barbari” che uccise Ilan Halimi. Adesso c’è anche il problema dei francesi che si trasferiscono in Africa per combattere, sempre nel nome dell’Islam. A detta del ministro della Difesa, Jean Yves Le Drian, sono casi che «si contano sulle dita di una mano». Ma esistono. E uno di questi è stato catturato in Mali, da una pattuglia di truppe francesi. Si chiama Gilles Le Guen. Il ministro della Difesa di Parigi lo definisce sprezzantemente «un fallito che è diventato terrorista». Ma a giudicare dalla biografia che ne hanno dato i media francesi, più che di un fallito si tratta di un personaggio da film, o da fumetto. Ex marinaio della marina mercantile, si è convertito all’Islam in tempi non sospetti, nel 1985. Sposato con una donna marocchina, ha vissuto tra Francia, Mauritania e Marocco, facendo “lavoretti” di tutti i tipi, dal meccanico al pastore.

Per un ecologista doc, come per tutti coloro che inneggiano alla moda della “decrescita”, può essere un esempio di virtù: l’uomo che abbandona le comodità e il consumismo dell’Occidente per andare a cercare una vita più frugale e spirituale nei Paesi del Terzo Mondo. E questo percorso è culminato dove doveva culminare: nei ranghi degli jihadisti del Mali. Le Guen, il cui nome islamico è Abdel Jelil, si è trasferito a Timbuktu nel 2011, assieme alla moglie. Nel 2011, quando era ancora in corso la guerra francese in Libia, la regione dell’Azawad iniziava a ricevere uomini e armi dall’estero per separarsi dal resto del Mali. Testimoni locali dicono che si sia immediatamente aggregato alle forze jihadiste, quando queste hanno occupato la città, nella primavera del 2012. Anche a Timbuktu faceva un po’ di tutto: pastore di capre, meccanico ed elettricista, dava una mano a ripristinare la fornitura di energia elettrica alla città. Ma aveva anche compiti non civili, era armato, gli jihadisti lo mandavano in pattuglia come uno dei loro. Strano caso di colonialismo alla rovescia. Fino a mezzo secolo fa la Francia era presente in Africa con una missione “civilizzatrice” ben radicata nella sua cultura. Ora è un francese che va in Africa con l’intento di “civilizzare”, all’Islam, la Francia laica e dunque infedele. «Voglio seguire le orme di Osama bin Laden» dichiarava con orgoglio Le Guen/Abdel Jelil, mostrandosi a volto scoperto, sotto la bandiera nera di Al Qaeda, in un video che risale all’ottobre scorso.

Nonostante tutto, qualcosa è rimasto della sua cultura originaria. Quando il regime imposto dai combattenti jihadisti a Timbuktu ha iniziato a fare sul serio, Le Guen si sarebbe opposto alla fustigazione delle donne. Secondo la testimonianza oculare di Diadie Hamadoun Maiga, avrebbe anche fatto irruzione nella prigione di Timbuktu, per liberare alcune detenute. Sempre secondo testimoni locali, a novembre, Al Qaeda nel Maghreb Islamico, alleata delle milizie locali, lo ha anche arrestato, perché lo sospettava di spionaggio e comunque lo giudicava un corpo estraneo. Le Guen è comunque stato catturato dai suoi compatrioti con le armi in pugno, dopo un combattimento. La realtà di questa vicenda impiegherà mesi, anche anni, prima di emergere completamente. Si può sempre sperare che fosse realmente una spia, particolarmente avventurosa, inviata dai servizi francesi fra i qaedisti africani. Un caso in stile “Le quattro piume” il romanzo di Alfred Mason (da cui fu tratto un memorabile film di Zoltan Korda nel 1939, rifatto, male, nel 2002) in cui un dimissionario ufficiale britannico si infiltra fra i fanatici mahadisti sudanesi per mostrare a tutti di aver conservato il suo coraggio. Magari lo fosse! C’è invece da temere che Le Guen sia realmente un francese convertito alla causa dello jihadismo. Che sia un sintomo particolarmente grave della malattia culturale che la Francia, assieme a tutta l’Europa, sta vivendo, rinnegando la propria identità fino a combatterla con le armi.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:47