Boston, identificata la terza vittima

È cinese la studentessa della Boston University rimasta vittima delle bombe alla maratona. Secondo l'agenzia Nuova Cina, la famiglia aveva chiesto che il suo nome non fosse diffuso, ma Phoenix Television, un gruppo di media basato a Hong Kong, non ha rispettato la richiesta. Anche altri media avrebbero rivelato l'identità della terza vittima di Boston, e della sua amica - anche lei cinese - rimasta ferita e operata che secondo Nuova Cina si chiama Zhou Danling. Foto della vittima sono inoltre apparse su internet. Tragedia nella tragedia per i genitori di Krystle Campbell, la giovane 29enne uccisa dalle bombe al traguardo della maratona di Boston. In un primo momento, erano stati avvisati dai medici che la lora figlia era viva, ma che era purtroppo morta la sua amica Karen Rand. Una volta arrivati all'ospedale, la scioccante scoperta dello scambio di persona.

Sono entrati nella stanza di quella che pensavano fosse la figlia e invece hanno trovato l'amica. La loro figlia giaceva senza vita in una stanza accanto. Gli ordigni usati a Boston erano costituiti da pentole a pressione piene di schegge metalliche, chiodi e cuscinetti a sfera, collegate a detonatori. Le pentole erano in buste di nylon nera o zaini e sono state trovate anche tracce di circuiti elettronici che farebbero pensare all'uso di timer. Erano rudimentali e potevano essere realizzate con una spesa di cento dollari.

È questo il parere degli investigatori raccolto dal Washington Post. Gli ingredienti del “cocktail” esplosivo erano così comuni che per l'inchiesta il compito di ricostruirne la matrice e risalire al colpevole è tutta in salita, scrive il giornale: una semplice pentola a pressione del tipo che si trova nei negozi che vendono a prezzo di sconto, imbottita di esplosivo e armata con un semplice detonatore; dentro, una manciata di cuscinetti a sfera, schegge e chiodi, per assicurare il massimo del danno. Il tipo di ordigno è stato riconosciuto dagli investigatori come quello propagandato da al Qaida, ma la sua semplicità e gli ingredienti “da supermercato” rendono difficile determinare se il suo realizzatore sia stato un terrorista internazionale, un estremista interno o un semplice cittadino con risentimento verso le autorità. «Ci vorrà molto tempo», ha detto un agente federale al quotidiano americano.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:40